Interviste di Viviana Astazi
TORINO – “Una scommessa vinta”. Ha esordito così il direttore di Fdc Consulting, Francesco Di Ciommo, nel suo intervento all’inaugurazione della seconda edizione di D-Esg, il primo master in Italia che dà agli studenti la possibilità di coniugare lo studio del digitale con quello dei tre principali fattori di sostenibilità: Environmental, Social and Governance, ovvero Ambiente, Sociale e Governance.Erogato dall’università di Torino, il corso è giunto alla fine della prima edizione e oggi, alla presenza dei docenti e di numerose aziende, i ragazzi impegnati negli studi hanno ricevuto l’attestato che certifica la loro nuova qualifica: d’ora in poi saranno tutti responsabili d’impatto.
“All’interno del nostro corso abbiamo inteso questa figura professionale nel senso più ampio possibile- ha spiegato Francesca Culasso, direttrice del master- Ciò che i nostri ragazzi faranno una volta immessi nel mercato del lavoro sarà dare un contributo fin dalla fase di formulazione delle strategie di implementazione di un piano strategico che consideri i temi della sostenibilità nel definire il modello di business aziendale. Terranno anche conto di come le risorse, soprattutto digitali, possano fungere da supporto per la realizzazione di questi piani strategici. Inoltre, i ragazzi dovranno identificare delle misure che possano definire dei target e dei risultati di impatto ambientale, sociale ed economico. L’ultimo passo sarà quello della rendicontazione, che consiste nel riferire su quello che è stato pianificato e conseguito in termini di sostenibilità”.
Tantissime le ragazze, per lo più provenienti da triennali e magistrali in Economia, che si sono iscritte e distinte in questi mesi di studio. “È un segno positivo- ha commentato la direttrice Culasso- Tutti gli studenti hanno raggiunto il massimo dei voti, ma le lodi che abbiamo assegnato sono andate tutte a delle ragazze particolarmente meritevoli. È davvero un ottimo segnale; mentre sul sociale la presenza sia di donne sia di uomini raggiunge quasi il 50%, nel mondo della finanza la percentuale è più bassa. Certamente, però, l’impegno femminile sui temi della sostenibilità non potrà che generare valore per tutta la società”.
Il master in D-Esg non nasce da una semplice intuizione di docenti ed esperti, ma dall’esame attento di come il mercato del lavoro e la domanda dei consumatori stanno cambiando. “Oggi è necessario fare sistema fra mondo accademico, istituzionale e imprenditoriale. Ci troviamo per la prima volta davanti a un movimento culturale, prima ancora che di competenze- ha affermato Di Ciommo, che del master in D-Esg è Advisory Board Leader- I ragazzi si interessano sempre di più al tema della sostenibilità, lo vivono come un disagio nel loro vivere quotidiano, quindi sono portatori naturali di una forma di reazione ad agire in tal senso. Ecco allora che vogliono e decidono di specializzarsi in sostenibilità”.
Un esempio di questo cambiamento, innanzitutto culturale, lo ha portato Barricalla, la più grande impresa che in Italia si occupa dello smaltimento di rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi. “Collaboriamo da tempo con Fdc Consulting e siamo inseriti in un percorso di rendicontazione sulla sostenibilità fin da tempi non sospetti, dal 2021: si tratta di un modo per comunicare ai nostri stakeholder tutto quello che realizziamo all’interno del nostro impianto. L’attenzione all’ambiente è fondamentale: basti pensare che per la costruzione di una nuova struttura di smaltimento rifiuti ci è stato chiesto nell’autorizzazione di valutare l’impatto e gli effetti cumulativi del nostro progetto. È perciò naturale pensare che chi si occuperà delle politiche di impatto, come faranno i ragazzi che oggi hanno conseguito il master, avrà un ruolo sempre più fondamentale”, ha detto Alessandro Battaglino, vicepresidente e presidente del Comitato esecutivo di Barricalla.
Sono state tantissime le imprese che in questi mesi hanno supportato il master, accogliendo poi gli studenti in stage dedicati. Tra i nomi di spicco presenti anche alla consegna delle pergamene per chi ha terminato gli studi, Oracle, Intesa SanPaolo e Federmanager, tutte aziende con cui la città di Torino e in generale la Regione Piemonte rafforzano il loro legame.
“Da anni stiamo lavorando per accompagnare tutto il sistema imprenditoriale e amministrativo (senza dimenticare i cittadini, ovviamente) in questa transizione ecologica e digitale, tanto da aver investito gran parte dei fondi europei e regionali su questi due asset- ha dichiarato Matteo Marnati, assessore all’Ambiente, Intelligenza artificiale, Energia, Innovazione, Ricerca, Servizi digitali, per cittadini e imprese- Le aziende vedono in tutto questo e in un master come quello proposto dall’università di Torino un’opportunità. Bisogna sviluppare nuovi modelli e processi: credo che l’innovazione possa davvero cambiare il mondo, se viene utilizzata al meglio”.
D’accordo con lui la vicesindaca, Michela Favaro: “Questa è l’occasione per rafforzare l’impegno delle grandi aziende che operano sul nostro territorio. Questo master ci dà perciò l’occasione di confermare la centralità e l’eccellenza di questo ateneo attraverso il Dipartimento di Management. Inoltre, riteniamo che giornate come questa confermino anche la vocazione della nostra città a fare innovazione sociale, cercando allo stesso tempo di rafforzare le politiche sui temi legati a sostenibilità, governance e ambiente. D’altra parte la nostra è stata la prima città italiana ad aver aderito alla Global Coalition for Social Justice, un’iniziativa resa possibile grazie alla presenza a Torino di un campus dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro, che da sempre è un faro su questi temi”.
Il capoluogo piemontese si pone quindi alla guida della rivoluzione digitale e culturale che parte e coinvolge in primis i più giovani, lanciando la seconda edizione del suo master innovativo e preparandosi a formare la prossima generazione di chi contribuirà a fare la differenza.
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