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VIDEO | Domani a Roma arriva il Pride: “In Italia siamo ‘Fuorilegge’, puntiamo a essere almeno un milione”


Foto: Roma Pride/Facebook

ROMA – “Fuorilegge”. Questa condizione di vita che avverte la comunità Lgbtqi+ in Italia sarà lo slogan del 31esimo Pride che domani pomeriggio si snoderà per le vie del centro di Roma, con un percorso inedito che, partendo sempre da piazza della Repubblica, toccherà piazza dei Cinquecento, via Cavour, i Fori Imperiali, viale Aventino per terminare alla Croisette a Caracalla. “Puntiamo a essere almeno un milione come lo scorso anno. Ci sarà il sindaco di Roma e i leader dei partiti. Il Pride è la manifestazione più partecipata in Italia”, ha detto Mario Colamarino, portavoce del Roma Pride e presidente del circolo di cultura omosessuale, Mario Mieli, durante la conferenza stampa di presentazione. Quest’anno la madrina della manifestazione sarà la cantante Rose Villain, che all’ultimo festival di Sanremo ha cantato il brano “Fuorilegge”. “Per noi non è solo una canzone ma una realtà di fatto perché in questo Paese siamo fuorilegge- ha attaccato Colamarino- Anche se recentemente c’è stata una sentenza della Corte Costituzionale che permette a coppie di mamme di avere figli, le famiglie arcobaleno non hanno diritti in Italia, le persone trans sono relegate ai margini della società, non c’è una legge contro l’omolesbobitransfobia. Siamo fuorilegge anche in Europa, in Ungheria ad esempio, dove Orban ha bandito il Pride, o negli Stati Uniti, dove Trump vuole cancellare le esistenze trans”.

Alle politiche Usa, e in particolare alla corsa alla conquista dello spazio da parte di Elon Musk, sarà dedicato il “Pride X” il carro di Muccassassina. “In questa visione surreale, gay, lesbiche, trans e queer saranno i primi a sbarcare su Marte precedendo Donald Trump, che troverà il pianeta già conquistato da comunità libere, fiere e glitterate”, ha detto Colamarino. Proprio su questo carro, a forma di missile, arriverà intorno alle 16 a piazza della Repubblica Rose Villain che cantera’ “Fuorilegge”, per poi spostarsi sul Carro del Coordinamento che sarà “interamente dedicato alle comunità trans, perché quelle più ai margini in Italia e nel mondo, dove stiamo assistendo a una vera e propria cancellazione delle loro esistenze ed esperienze”, ha spiegato Colamarino. La scelta della madrina di quest’anno è caduta sulla 35enne cantante milanese perché “si è sempre battuta per tutti i diritti- ha continuato Colamarino- Quello che fa, pubblica e dice è l’esempio di una nuova generazione di artiste che vuole dire la propria, lei riesce a mettere punti fermi in un mondo dove tutto è relativo. Sarà un megafono per le nostre istanze per avere maggiore presa sulla società e arrivare a più persone”.

Un’investitura che Rose Villain ha accolto volentieri insieme a una sua statuetta personalizzata in versione “genderella”, che le è stata consegnata proprio da Colamarino al termine della conferenza stampa. “Sono convinta che anche se alcune lotte sembra che non ci rappresentino invece ci riguardano: sono diritti negati oggi ai nostri fratelli e sorelle e in futuro ai nostri figli- ha detto la rapper- La loro lotta e’ la nostra lotta, sono entusiasta di stare qui come madrina e usare la mia voce come megafono per chi ne ha meno e ha meno privilegi di me”. Per Villain quello che stiamo vivendo “è un momento dove l’odio si sta normalizzando e dilagando, sembra un fiume freddo sotterraneo che sentiamo ed è parte del nostro vivere, soprattutto sui social. Esserci in questo momento è uno scegliere tra l’odio e l’amore e io sono dalla parte dell’amore che rimargina le ferite mentre l’odio distrugge. Il pride è una rivoluzione, un momento in cui chiedere qualcosa ma anche un momento di amore. La musica è una forza propagatrice di amore che connette le persone. Porterò tutti i miei pezzi, vorro’ ballare ma anche che tutti insieme godremo di questo momento. Per me sarà sicuramente indimenticabile”. Rose Villain soffre di misofonia “mi danno fastidio alcuni rumori, ma ancora di più le parole ignoranti, d’odio, di discriminazione. Che è molto di più di un disturbo. Le parole che invece amo sono rispetto, coraggio, inclusione e amore”.

Per la prima volta al Pride ci sarà il carro di un Municipio di Roma, l’XI, che parteciperà con lo slogan “Municipio Roma XI – Fuorilegge”, per denunciare l’assenza di leggi adeguate che tutelano i diritti delle persone LGBTQI+ e ribadire il proprio impegno istituzionale a favore dell’uguaglianza e dell’inclusione. Il carro del circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli sarà “dedicato” a “Orban la pazzah”, con un rappresentazione dissacrante del premier ungherese. “Questo carro parlerà di tutti i pride sotto attacco e delle persone Lgbt oppresse nel mondo”, ha detto Colamarino che poi si è soffermato sulle critiche, in particolare dell’influencer Willwoosh, a uno degli sponsor del Pride (Starbucks) accusandolo di sostenere Israele. “Starbucks sostiene quest’anno anche i pride di Milano e Napoli e ha sostenuto anche il World Pride di Washington, dove c’è una commissione che controlla gli sponsor. Mi sembra una polemica surreale. La cosa che più mi ha stupito è l’inserimento in questa polemica di influencer che fino a pochi mesi fa lavoravano per aziende finite in queste fantomatiche liste di proscrizione di aziende proIsraele. Proprio su Willwoosh ci sono foto che circolano sul web che fino a un mese fa lavorava per Nutella e Calve’, brand che in un video di due giorni fa lui accusa di sostenere Israele. C’è molta ipocrisia. Qualcuno prima di lanciare i sassi dovrebbe fare i conti con la propria coscienza”.

Anche quest’anno, contemporaneamente al Pride, si svolgerà a piazzale Ostiense il Priot Pride, “alternativa radicale e transfemminista al Roma Pride”. “È il terzo anno che esiste il Priot- ha concluso Colamarino- che legittimamente manifesta le proprie rivendicazioni con i propri modi. Mi stupisce sempre invece che qualcuno vada contro il modo in cui noi scendiamo in piazza perché noi non abbiamo mai attaccato gli altri. Sono stili diversi anche se penso che gli obiettivi e le rivendicazioni siano le stesse, siamo tutti parte della comunità LGBTQI+. C’è bisogno in futuro di provare a parlarsi, finora non abbiamo avuto contatti, anzi abbiamo ricevuto diversi attacchi come provocazioni sui social, scritte fuori la nostra sede, i loro manifesti sopra quelli del Roma Pride. Sono delle ‘cucciole’, dei ‘bambini’, si divertissero così”.
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