Ex sede Banca d’Italia di via Marconi: Viterbo interessata dalla procedura di vendita che, Via Nazionale, ha ufficializzato per altre 6 sedi dopo le precedenti trattative. Queste, oltre a Viterbo, riguardano Brindisi, Pesaro, Pisa, Ravenna e Savona. In tutto sono 26 le sedi ancora in vendita e che sono manutenute in attesa di essere piazzate. Il mega complesso della Banca d’Italia, situata in via Marconi 24/26 e su largo Marconi 15/17, è stato chiuso nel 2016, 8 anni dopo l’inizio delle procedure di dismissione delle sedi in tutta Italia voluta dall’allora governatore Mario Draghi. Furono chiuse subito 57 sedi, nel 2022 ne sono state vendute altre 6 e, ora, via Nazionale prova a venderne ulteriori 6. Per la sede viterbese il costo previsto globale è di 2,6 milioni di euro che, se divisi per gli oltre 7 mila metri quadrati di grandezza (di cui 5.234 metri inerenti gli ex uffici e 1,774 uso residenziale), portano alla media di poco più di 370 euro a metro quadrato. Il costo è ben al di sotto della base di offerta complessiva di 700 euro, decisa per gli oltre 27 mila metri quadri in vendita delle sei sedi e per un importo complessivo di 18,9 milioni di euro. Tra i 6 immobili in vendita quello che risulta di maggior pregio e costo è Palazzo Franceschi a Pisa, che viene proposto a 4,4 milioni di euro. Segue l’ex sede di Savona a 3,8 milioni di euro, quindi palazzo Vitelloni a Ravenna per 3,7 milioni. Queste 3 sedi sono riconosciute di interesse culturale. Seguono le sedi di Pesaro (2,6 milioni); Viterbo (2,6 milioni) e Brindisi (1,8 milioni). La sede dell’ex Banca d’Italia di Viterbo, come si legge direttamente nel sito istituzionale, “si articola in 6 unità immobiliari a destinazione d’uso abitazioni di tipo civile, 2 unità immobiliare a destinazione d’uso istituto di credito, 3 unità immobiliari con destinazione studi ed uffici privati, 5 locali adibiti a deposito/magazzino e 1 una unità immobiliare destinata a cabina elettrica”. Negli anni si sono susseguite varie idee e proposte per il recupero della sede di Via Marconi. Tra queste vanno citate l’ipotesi dell’attuale capogruppo di FdI al Comune di Viterbo, Laura Allegrini, che quando era vicesindaco propose di spostarci parte degli uffici comunali, mentre il console del Touring club italiano di Viterbo, Vincenzo Ceniti, una decina d’anni fa propose di portarci un vero e proprio museo della città dei papi tutto da allestire. Insieme a questa ipotesi verosimili altre più singolari come un parcheggio multipiano o l’ennesima struttura commerciale. Negli ultimi anni quest’ultime ipotesi sono del tutto decadute per la volontà di rilancio del centro storico in senso culturale, artistico e contro la mercificazione e apertura alle auto. Il sito dell’ex banca centrale italiana descrive minuziosamente l’imponenza e di dettagli interni dell’edificio di via Marconi che “presenta una parte basamentale rastremata in bugnato rustico, culminante in un toro molto accentuato su cui poggiano le cornici delle finestre del piano rialzato. Il paramento continua fino al primo piano in bugnato liscio che viene interrotto da un’altra fascia in travertino che cinge le facciate principali della costruzione e dalla quale aggettano tre balconi posti al di sopra degli ingressi e che sono sorretti da mensole”. La descrizione continua al fine di invogliare qualche soggetto, pubblico o privato, a un acquisto che sbloccherebbe sia l’inutilizzo che le spese ordinarie rilevanti per la gestione. “Le porte-finestre di questi balconi sono bifore fortemente decorate. Su questa fascia di travertino – continua la descrizione fatta sul sito della Banca d’Italia – poggiano anche le cornici delle finestre del piano primo. Il restante paramento murario è in cotto ed alla triplice partizione orizzontale dei prospetti principali corrisponde quella verticale ottenuta scandendo le pareti con fasce verticali di bozze in peperino, profilando gli spigoli con grosse bugne e arretrando la parte centrale dell’edificio nella facciata principale. Le finestre dell’edificio sono inquadrate in una cornice di travertino con caratteristiche diverse per ogni piano. Al piano rialzato la cornice è formata da due lesene sormontate da un capitello corinzio sovrastate da un arco, entrambi gli elementi sono riccamente modanati”. Chi deciderà di rilevare l’immobile, se si applicheranno le stesse condizioni della sede di Pisa, dovrà rilasciare subito una caparra del 10% entro il 13 agosto prossimo. |