Di Vincenzo Giardina e Maria Carmela Fiumanò
ROMA – “Offerta” all’Iran di “negoziati immediati” sul programma nucleare da parte di Germania, Francia e Regno Unito: l’annuncio è stato fatto dal ministro degli Esteri tedesco Johann Wadephul oggi, nel corso di una missione in Medio Oriente. “Credo che sia ancora possibile” ha detto Wadephul all’emittente pubblica Ard. “La Germania insieme con la Francia e la Gran Bretagna è pronta”. E ancora: “Spero che questa offerta sia accolta”.
Wadephul ha sottolineato di comprendere le ragioni di Tel Aviv, che giovedì ha avviato una campagna di bombardamenti contro l’Iran. “Questo è anche un prerequisito chiave per ottenere una pacificazione”, ha detto il ministro, “perché l’Iran non presenti un pericolo per la regione, per lo Stato di Israele o per l’Europa”.
L’Oman, già mediatore sul programma nucleare, che Teheran sostiene avere solo finalità civili, ha annunciato ieri la cancellazione dei negoziati tra Stati Uniti e Iran: la ripresa della trattativa era prevista nella capitale del sultanato Muscat proprio per oggi.
CROSETTO: TIMORE ISRAELE BOMBA ATOMICA, NON POSSIAMO ESCLUDERE NULLA
“La corsa dell’Iran verso l’arricchimento dell’uranio e la costruzione della bomba atomica, era ed è inaccettabile per Israele. Perché l’Iran ha ribadito, più volte, che il suo scopo è distruggere non Israele – che non chiama nemmeno Stato di Israele, ma ‘entità sionista’ – ma ogni presenza israeliana nella regione. Il giorno in cui l’Iran avesse la bomba atomica, non perderebbe un’ora: la userebbe senza esitazione. Israele lo sa, lo ha sempre saputo, ed è la sua principale preoccupazione. Per questo non era difficile prevedere che prima o poi sarebbe partito un attacco rilevante”.
Lo dice il ministro della Difesa, Guido Crosetto, in una intervista al ‘Corriere della Sera’. Quindi esiste davvero il rischio di una guerra nucleare?
“Purtroppo non possiamo escludere nulla – risponde Crosetto – A ora non ci sono segnali concreti di imminente impiego di armi nucleari da parte di Israele che invece vuole neutralizzare questi armamenti. Ma, come in ogni conflitto, e in questo caso ancora di più, è fondamentale agire con assoluta prudenza. E’ nostro dovere lavorare affinché la tensione si abbassi il prima possibile e si trovi una forma di nuova convivenza tra Israele e Iran. Altrimenti, il rischio di escalation è molto più grave rispetto ad altri scenari globali”.
Quali? “Il principale è quello di un allargamento del conflitto. Un’escalation – osserva il ministro – potrebbe avere gravi ripercussioni sull’economia, sull’approvvigionamento energetico e sulla sicurezza interna. Lo Stretto di Hormuz sarà uno dei punti critici, nelle prossime settimane, ma anche a medio-lungo termine la situazione può avere conseguenze importanti, incluso un aumento del rischio di attacchi terroristici”.
Anche in Italia? “Da noi il rischio maggiore è quello di atti dimostrativi da parte di gruppi radicalizzati. Al momento – conclude Crosetto – non ci sono segnali di organizzazioni specifiche con intenzioni dirette sull’Italia. Ma i nostri servizi di intelligence, così come le forze di polizia, operano con la massima attenzione e reattività come sempre. Sono stati rafforzati i dispositivi di sicurezza in tutto il Paese, ma senza creare allarmismi”.
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