ROMA – Dal 13 giugno, subito dopo l’attacco di Israele all’Iran, a cui questo ha risposto con missili su Tel Aviv e altre località, si sono registrati movimenti anomali di una portaerei statunitense nel Mediterraneo, in particolare davanti alle coste israeliane. A riportare la notizia ieri è l’osservatorio Itamilradar, che dal 2016 traccia i voli militari sull’Italia e sul Mar Mediterraneo, anche in ambito marittimo. Sul portale si legge: “Per tre giorni consecutivi”, ossia 13, 15 e 16 giugno, “un Boeing P-8 Poseidon della Marina statunitense, operativo dalla base navale di Sigonella, ha condotto una missione di sorveglianza estremamente insolita al largo delle coste di Israele. L’aereo ha volato a bassa quota, scendendo a tratti sotto i 240 metri, suggerendo una possibile ricerca di qualcosa sotto la superficie del mare”. Disponibile una mappa col tracciato del velivolo, che si è spinto fin davanti le coste dell’Egitto e poi più a nord, verso il Libano. Gli esperti aggiungono: “L’Iran ha affermato di aver lanciato alcuni missili dai suoi sottomarini, presumibilmente in navigazione nel Golfo Persico. Tuttavia, non ci sono stati avvistamenti confermati di sottomarini iraniani nel Mediterraneo”. Contattati dall’agenzia Dire, i responsabili di Itamilradar aggiungono: “Al momento non disponiamo di ulteriori elementi. L’ultima missione registrata risale a ieri; oggi non sono state osservate nuove attività. In ogni caso, si tratta con ogni probabilità di operazioni di supporto, anche indiretto, a Israele, attualmente focalizzato sul fronte orientale da cui proviene la minaccia più concreta, ovvero quella iraniana”.

Gli specialisti osservano ancora: “Non è chiaro il motivo delle tre missioni aeree che si sono svolte in un’area piuttosto circoscritta del Mediterraneo orientale, una zona in cui normalmente non registriamo attività simili. Alcune di queste missioni – in particolare la prima – presentano profili di volo compatibili con attività di ricerca anti-sommergibile, considerato che uno dei velivoli ha volato per un lungo tratto a un’altitudine di poco superiore ai 200 metri. Tuttavia, possiamo affermare con una certa sicurezza che non risultano sommergibili iraniani presenti nel Mediterraneo. È quindi plausibile che si tratti di missioni volte al monitoraggio di navi ‘sensibili’. Abbiamo visto, anche nei recenti conflitti in Ucraina e in Medio Oriente, come asset civili possano essere impiegati in operazioni militari. Non si può escludere, dunque, che qualche cargo o nave civile sospetta sia oggetto di sorveglianza”.
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