ROMA – Della prima data del tour italiano dei Fontaines D.C – che è anche l’apertura del Sequoie Music Park- si potrebbero dire molte cose. Per cominciare, che probabilmente il tour è troppo corto, dato che su tre date, due (Bologna al Sequoie il 17 giugno appunto, e Sesto San Giovanni al Carroponte il 19) sono andate sold out in un lampo. Sono rimasti solo biglietti per Rock in Roma il 18 giugno. E questo deve pur significare qualcosa.
LA GONNA DI GRIAN CHATTEN, IL SUONO PIENO E CARICO
Chi li ha visti ieri sera a Bologna, comunque, può a buon diritto dire che è stato un gran bel concerto. Ci sono stati, certo, degli iniziali problemi tecnici (l’impianto è saltato per una quindicina di minuti) ma loro sul palco si sono comportati ottimamente: hanno suonato bene e il pubblico li ha ripagati. La voce Grian Chatten, in total look Adidas (con la gonna) non ha sbagliato nulla. All’ingresso sul palco, tra occhiali da sole, camminata e tamburello, ricorda un po’ Liam Gallagher, ma quando intona il primo pezzo, “Jackie down the line”, l’accento irlandese ti fa ricordare subito che i Fontaines Dc non sono di Manchester. Col proseguire della scaletta, con Televised Mind, Roman Holiday si muove avanti e indietro sul palco e la sua voce è più bassa e piena. Carico il suono delle chitarre, Carlos O’Connell, e Conor Curley, del basso potente di Conor Deegan III, della batteria di Tom Coll.
Chi li ha già visti nel passato dal vivo (non chi scrive purtroppo) parla di una crescita notevole nella performance live. A tratti un bel “muro del suono” per dirla alla Robert Smith dei Cure, che i Fontaines D.C sembrano aver ascoltato, un’atmosfera a tratti onirica con Big Shot, un po’ beffarda con Death Kink, ondeggiante con Before you just forget. Senza voler svelare tutta la scaletta, nella ventina di canzoni del live ci sono It’s Amazing to be young, Big (pezzo carichissimo), Bug, Favourite. Poi l’encore, con -anche- In the Modern World, I love you e la super chiusura, Starbuster, con Charlie Steen.
L’ATTIVISTA PRO PAL SUL PALCO, L’APPELLO SULLO SCHERMO: FREE PALESTINE
Non manca la presa di posizione “politica”: prima dell’inizio del concerto i Fontaines D.C. fanno salire sul palco un attivista per la Palestina che chiama tutti a schierarsi “contro il genocidio in corso e contro Netanyahu”, durante tutto i concerto è esposta la bandiera della Palestina e alla fine sugli schermi appare una grande scritta “Free Palestine”, seguita da un’altra “Israel is committing genocide, use you voice”. Si replica stasera, 18 giugno, a Roma e domani, 19 giugno, a Sesto San Giovanni.
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