BOLOGNA – La maturità? Un “misto di preoccupazione e incoscienza, di studio e di gioco”, ma anche di “fifa, paura”. È il ricordo dell’arcivescovo di Bologna e presidente della Cei Matteo Zuppi, che oggi ha salutato i giovani e gli animatori delle parrocchie che partecipano a Estate ragazzi nel parco del seminario di piazzale Bacchelli. Ammette di “non ricordare” le tracce che ha sostenuto, “d’altronde ho finito nel 1973, sono passati più di 50 anni”, scherza il cardinale, ma comunque di aver mantenuto “molto legame con i compagni di classe, tanto che ci continuiamo a vedere”.
Più in generale, il momento della maturità secondo Zuppi è “un momento importante di grande consapevolezza, di scelte, di cambiamento”. In questo senso è “la fine di un mondo, forse questo era ancora più forte allora”, verso un passaggio alla “grande sfida dell’Università”. Ai ragazzi di oggi poi vuole mandare un messaggio di pace e speranza. “Lo stare insieme è bellissimo. Non roviniamolo mai. Litigheremo, ma dobbiamo far subito pace. E poi essere diversi è un motivo per essere ancora più contenti. Se ci mettiamo gli uni contro gli altri, roviniamo il gioco”. Anche se su questo, ammette, più che per i ragazzi “vale più per i grandi. I ragazzi questo lo sanno fare molto meglio dei grandi. Sono i grandi, hanno dimenticato quanto si sta bene a giocare insieme e anche a superare gli inevitabili litigi”, conclude Zuppi.
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