ROMA – A 20 anni Arianna David iniziava il suo percorso televisivo vincendo Miss Italia. Era il 1993 e quella ragazza dai capelli biondi – come ha scritto lei stessa su Instagram – portava con sé “sogni, speranze, illusioni, vittorie, sconfitte, vita”. Vita che da allora è stata piena di alti e bassi, la lotta con l’anoressia è stato uno dei passaggi più drammatici.
Come scrive La Stampa, la 52ennd è stata ospite di Monica Setta nel programma Storie di donne al bivio show in onda il prossimo 1 luglio su Rai 2 e ha rivelato: “Mai però avevo confessato la cosa più drammatica della mia vita, il mio tentato suicidio nel momento più buio della mia malattia. Quando la sofferenza era intollerabile, una sera ho fatto una corsa per buttarmi dal balcone di casa mia”. A salvarla il marito David Liccioli: “Mi ha ripreso al volo”.
L’ANORESSIA: “DIMAGRIVO OGNI GIORNO. ERO ARRIVATA A PESARE 40 CHILI”
Parlando dell’anoressia, ha spiegato: “Mi sentivo una fallita. Dimagrivo giorno dopo giorno. Mangiavo solo insalata e uno yogurt dopo ore di palestra. Ero arrivata a pesare 40 chili. Il mio corpo era diventato una gabbia”. E ancora: “Per anni avevo eliminato pasta, biscotti, patate”. Ed è stato il compagno a darle forza: “Con lui ho imparato di nuovo a mangiare, a non avere paura del cibo. Oggi più che mai so che l’amore può curare davvero”.
L’INCONTRO CON UN UOMO CHE “MI HA DISTRUTTA FISICAMENTE”
Prima di arrivare a questa convinzione, però, la strada non è stata facile: “Ho avuto una vita molto complicata. Il padre dei miei figli se ne andò all’improvviso, lasciandomi piena di debiti. Feci un trasloco di corsa, tornai a Roma, ma non avevo un soldo. Ero in un momento di totale smarrimento”.
In quel periodo, in un bar che frequentava sotto casa, incontrò un uomo: “Sembrava gentile, si offrì di darmi una mano a trovare un lavoro. Invece fu l’inizio di un incubo. Mi ha distrutta fisicamente: mi ha spezzato una mazza da baseball sul ginocchio, mi ha trascinata per la strada come un sacco. Una volta ha anche cercato di strangolarmi. È stato devastante”.
Denunciare non è stato facile: “Mi sentivo colpevole di quello che mi stava accadendo. Ci ho messo tanto a capire che non era colpa mia”.
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