BOLOGNA – Un black out della corrente ha bloccato gli accertamenti in corso, nella giornata di ieri, negli uffici della Polizia scientifica di Milano, dove i periti sono al lavoro nell’ambito dell’incidente probatorio disposto dal gip di Milano sul delitto di Garlasco, che risale al 13 agosto 2007. Le indagini si sono rimesse in moto nei mesi scorsi, quando è stato nuovamente indagato con l’accusa di omicidio Andrea Sempio, commesso in concorso con ignoti o con Alberto Stasi, fidanzato della vittima e unico condannato in via definitiva nel 2015 a 16 anni di carcere. L’incidente probatorio ha preso il via il 17 giugno e continuerà nei prossimi mesi: la prossima seduta sarà venerdì 4 luglio. Il termine è fissato per il 24 ottobre, giorno in cui i consulenti del gip dovranno presentare in udienza la loro relazione conclusiva.
I lavori di ieri sono durati più di 10 ore, ma hanno avuto alcuni intoppi proprio per via del blackout che ha colpito la zona della Questura di Milano mentre i periti (quelli del giudice e quelli delle parti) erano impegnati nei lavori. Quando è saltata la luce, i consulenti stavano analizzando le campionature e gli Obt test che rilevano la presenza di sangue: mancavano da analizzare quattro dei 34 adesivi dattiloscopici con cui sono state repertate le impronte nella villetta.
“Purtroppo c’è stato un blackout, quindi gli ultimi campioni non abbiamo potuto analizzarli perché era a rischio proseguire in questa attività. Tant’è che il verbale è stato fatto manualmente”, ha spiegato Marzio Capra, consulente della famiglia Poggi. Che ha spiegato anche che nessuno degli adesivi dattiloscopici è stata rilevata presenza di sangue. Cosa che per l’avvocata di Stasi, Giada Bocellari, era già evidente dalle fotografie. Potrebbe però emergere l’eventuale presenza di sangue per quanto riguarda l’impronta numero 10, quella rilevata sulla porta di ingresso della casa.
Le prime risposte sul Dna (sia quello eventualmente presente sulle impronte sia quello sugli elementi trovati nel sacchetto della spazzatura ma portati via dai Carabinieri solo otto mesi dopo il delitto) potrebbe cominciare ad arrivare la prossima settimana. Le prime informazioni che potrebbero arrivare sono relative alla concentrazione del Dna. dalla quale dipende l’utilizzabilità oppure no di alcuni campioni. Il 4 luglio, poi, i consulenti analizzeranno una serie di provette (circa una dozzina), tra cui i tamponi fatti sulla vittima.
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