ROMA – “Ho già detto molte volte che considero il popolo russo e quello ucraino un unico popolo. In questo senso, tutta l’Ucraina è nostra”. A sostenere questa tesi è Vladimir Putin in un discorso pronunciato oggi al Forum Economico Internazionale di San Pietroburgo. Una narrazione che Putin ha più volte ribadito nel corso del tempo per giustificare l’aggressione all’Ucraina.
Al presidente era stato chiesto fino a che punto l’esercito russo potrebbe spingersi nella guerra contro l’Ucraina, dal momento che Mosca è entrata nei territori che rivendica come propri. “C’è un detto: ovunque metta piede un soldato russo, quello è nostro”, ha sottolineato Putin.
Ha, poi, dichiarato di non escludere che le forze russe prendano il controllo della città di Sumy, nel nord-est dell’Ucraina. Obiettivo è creare una zona cuscinetto lungo il confine. “Non abbiamo l’obiettivo di prendere Sumy, ma in linea di principio non lo escludo”, ha dichiarato Putin. Il motivo? Gli ucraini “rappresentano una minaccia costante per noi, bombardando costantemente le zone di confine. Questo è il risultato delle loro azioni incompetenti”.
Sumy si trova a circa 30 chilometri dal confine russo ed è stata pesantemente presa di mira da quando la Russia ha lanciato la sua invasione nel febbraio 2022. “Non stiamo cercando la capitolazione dell’Ucraina. Insistiamo sul riconoscimento delle realtà che si sono sviluppate sul campo”, chiosa Putin. Nella pratica, il riferimento è alle zone di Donetsk, Luhansk, Zaporizhia, Kherson e la Repubblica Autonoma di Crimea.
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