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Roma

Commissariamento ACI, il Consiglio di Stato rinvia al TAR la valutazione nel merito

Con ordinanza n. 2254 /2025, pubblicata il 20 giugno, la Terza Sezione del Consiglio di Stato ha deciso l’appello cautelare proposto dall’Ing. Angelo Sticchi Damiani che contestava il decreto del 21 febbraio 2025 con cui la Presidenza del Consiglio dei Ministri, in applicazione dell’art. 65, comma 1, ultimo periodo, dello Statuto dell’Automobile Club D’Italia – A.C.I., lo aveva dichiarato decaduto dalla carica di Presidente del predetto Ente, disponendo contestualmente la nomina del gen. Tullio Del Sette quale Commissario straordinario. A differenza del TAR Lazio che, con l’ordinanza appellata, aveva ritenuto prima facie infondato nel merito il ricorso proposto dall’ex Presidente dell’ACI, il Consiglio di Stato non si è pronunciato sulla legittimità del provvedimento, ma ha deciso di non sospendere il decreto di commissariamento impugnato. Il Giudice di secondo grado ha riconosciuto la sussistenza dell’interesse dell’Ing Sticchi Damiani allo svolgimento delle funzioni presidenziali fino alla fine del suo mandato ma, in una valutazione di bilanciamento dei contrapposti interessi delle parti, ha considerato prevalente, rispetto all’interesse privato, l’interesse dell’Ente a proseguire la gestione con il Commissario già insediatosi, al fine di garantire la continuità dell’azione amministrativa intrapresa e conservare l’assetto organizzativo creato con la decisione di commissariare l’ACI. Rimangono impregiudicate tutte le questioni che attengono al merito della controversia e quindi riguardano la legittimità o meno del provvedimento che ha commissariato l’Ente. “Nella fase di merito del giudizio – si legge in un comunicato stampa – dovrà infatti decidersi se fosse legittima la misura dell’estromissione di un Presidente eletto nell’ottobre 2024 dall’Assemblea con oltre il 90% dei consensi, in un momento storico in cui una norma risalente al 1978 che vieta la terza conferma nelle cariche per gli Enti pubblici era ritenuta non applicabile all’ACI per la natura elettiva della nomina e per la sussistenza di una legge sopravvenuta nel 1999 che per le Federazioni Sportive, come l’ACI, consentiva il quarto mandato presidenziale, sia pure con un quorum rafforzato, ampiamente raggiunto da Sticchi Damiani. In passato, a cavallo tra gli anni ’80 e ’90 un altro presidente è stato eletto per ben 5 volte, per Sticchi Damiani invece la Presidenza del Consiglio dei Ministri ha ritenuto per la prima volta che fosse applicabile il divieto previsto dalla suddetta legge del 1978. Proprio in virtù di tali interpretazioni contradditorie il Consiglio di Stato ha deciso di lasciare del tutta aperta la questione di merito di cui si occuperà il Tar Lazio nei prossimi mesi”.

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