ROMA – “Questo è il nostro Muro di Berlino”, dice in conferenza stampa il principe Reza Pahlavi, leader dell’opposizione iraniana e figlio maggiore di Farah Diba e Mohammad Reza Pahlavi, l’ultimo scià dell’Iran. Pahlavi accusa la guida suprema dell’Iran, Ali Khamenei, del “conflitto devastante” che si sta sviluppando nella regione: la sua fazione corrotta e distruttiva, dice, “ha portato l’economia del nostro paese sull’orlo del collasso, saccheggiato le nostre infrastrutture e risorse nazionali, sperperato la ricchezza del paese nello sviluppo di armi nucleari, distrutto la sicurezza dell’Iran e rubato la sovranità del popolo iraniano”.Pahlavi aggiunge che il regime “è sconfitto, sull’orlo del collasso e non gli si deve permettere di continuare così. È giunto il momento di porre fine a questa rovina e di iniziare una nuova era per l’Iran. Negli ultimi giorni ho parlato con persone di ogni estrazione sociale in tutto l’Iran: un ufficiale delle forze armate, una madre in fuga da Teheran, un operaio di Tabriz, una giovane attivista del Movimento per la Libertà della Donna. Queste voci rappresentano una nazione, combattuta ma resiliente, che non chiede la propria libertà. Sta lottando per ottenerla. Oggi è più chiaro che mai che la Repubblica islamica sta crollando”.”Rapporti attendibili indicano che la famiglia di Ali Khamenei e gli alti funzionari del regime si stanno preparando a fuggire dall’Iran. Il regime è allo stremo in città e paesi di tutto il paese. L’esercito è frammentato. Il popolo è unito. Le fondamenta di questa tirannia durata 46 anni stanno vacillando. Questo è il nostro momento del Muro di Berlino, ma come tutti i momenti di grande cambiamento, è pieno di pericoli. Siamo a un bivio. Una strada porta a spargimenti di sangue e caos, l’altra a una transizione pacifica e democratica”.Pahlavi ha sottolineato che, affinché una transizione democratica abbia successo, le potenze occidentali non devono concedere al regime attuale una “linea di vita”. Se ciò accadesse, afferma, “ci sarebbero ulteriori spargimenti di sangue e caos, perché questo regime non si sottometterà né si arrenderà dopo essere stato umiliato. Continuerà a colpire finché sarà al potere. Nessun Paese e nessun popolo è al sicuro, che si tratti delle strade di Washington, Parigi, Gerusalemme, Riyadh o Teheran, c’è un solo modo per raggiungere la pace: un Iran laico e democratico”.
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