ROMA – Alla fine del 2024, le risorse accumulate dalle forme pensionistiche complementari si attestano a 243,4 miliardi di euro (+8,5% rispetto al 2023) soprattutto per la dinamica positiva dei mercati finanziari. Le risorse accumulate sono pari all’11,1 % del PIL e al 4% delle attività finanziarie delle famiglie italiane.
E’ quanto si legge nella relazione annuale Covip presentata Montecitorio.
I contributi incassati nell’anno sono pari a 20,5 miliardi di euro (+7% rispetto al 2023), in crescita in tutte le forme pensionistiche complementari: nei fondi negoziali sono stati raccolti 7,1 miliardi di euro (+9%); nei fondi aperti 3,3 miliardi di euro (+6,8%), nei PIP “nuovi” 5,3 miliardi di euro (+4,7%); nei fondi preesistenti sono confluiti 4,6 miliardi di euro (+7,4%).
Sulle posizioni dei lavoratori dipendenti sono stati versati 17 miliardi di euro di contributi, in crescita di 1,3 miliardi rispetto al 2023. Di questi, 8,6 miliardi di euro riguardano quote di TFR; 5,3 miliardi di euro sono contributi a carico dei lavoratori e 3,1 miliardi di euro contributi dei datori di lavoro.
Per i lavoratori autonomi sono confluiti versamenti per 1,7 miliardi di euro, stabili rispetto al 2023. Gli iscritti versanti nel 2024, escludendo dal computo i PIP “vecchi”, sono 7 milioni, il 72,3% del totale. La contribuzione media di tali iscritti è di 2.890 euro; è più alta per i lavoratori dipendenti (2.990 euro), che possono beneficiare anche dei flussi di TFR, rispetto ai lavoratori autonomi (2.720 euro).
PEPE “SEMPLIFICARE CONTROLLI E RAFFORZARE TUTELA RISPARMIO”
“Prosegue il consolidamento del sistema. Dal 1999 il numero delle forme si è più che dimezzato, in particolare quello dei fondi preesistenti. Il conseguente aumento della dimensione media degli operatori innesca economie di scala, con potenziali margini di riduzione dei costi a vantaggio degli iscritti”.
Lo dice il presidente del Covip Mario Pepe, alla presentazione della relazione annuale a Montecitorio.
“Alla fine del 2024 gli iscritti alle forme complementari sono quasi 10 milioni, il 4 per cento in più rispetto al 2023. Tra le diverse forme pensionistiche, crescono più della media i fondi negoziali e i fondi aperti, rispettivamente il 5,5 e il 7 per cento; meno dinamica, pari al 2,5 per cento, la crescita per i PIP. Sostenuti dal buon andamento delle adesioni, in rapporto alle forze di lavoro gli iscritti sono il 38,3 per cento; cinque anni prima erano il 31,8 per cento”, conclude.
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