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Zaia: “Bezos a Venezia? Il matrimonio smuove 40 milioni di euro”


VENEZIA – Venezia “non ha mai conosciuto l’ostracismo” e men che meno deve iniziare ora a dire “tu sì-tu no”. Luca Zaia, presidente del Veneto, boccia dunque le proteste contro le nozze di Jeff Bezos convinto che “moltissimi” veneziani siano favorevoli al grande evento. Venezia è stata “sempre inclusiva” e tante, elenca Zaia, sono le testimonianze della sua apertura e delle sue contaminazioni. “Non si può pensare che inizia ora a dire ‘tu sì-tu no'” una città che non fa distinzioni in base a “colore della pelle, censo, credo religioso e scelte sentimentali”. I festeggiamenti per le nozze tra il miliardario Jeff Bezos e l’ex giornalista Lauren Sanchez si svolgeranno dal 25 al 29 giugno.

Zaia trova incommentabile che si possa definire un matrimonio (di chiunque, anche se in questo caso è di Bezos) uno “schifo” e avverte sui rischi di questa ‘narrazione’: qualche altro vip, ipotizza, potrebbe vedere le contestazioni e decidere di celebrare le nozze della figlia a Saint Tropez, Parigi o Montecarlo, cosa che “non mi sembra una bella soluzione, di certo non si incentivano così i futuri eventi, semmai li deprimiano”.Eventi non di poco conto, il matrimonio smuove 40 milioni, Bezos porta ospiti con 90 jet, affitta cinque hotel “che altrimenti sarebbero rimasti a piedi”, fa arrivare celebrità, 200-250 ospiti, muove una trentina di taxi… “non mi pare tutto questo danno da assalto alla diligenza, no?”. Zaia arriva a citare anche il catering. Ma soprattutto una visibilità internazionale da 2,5 miliardi, “più di cinque Superbowl. A questo punto, sorge spontanea la domanda, a che pro?”. Ecco, di pro, per Zaia ce ne sono: in termini di ricadute ma anche di ‘stile’. C’è un profilo di risonanza “internazionale”, ma anche di rispetto per “una coppia che viene a sposarsi e sceglie Venezia per farlo” e non conta se è il matrimonio di Bezos o quello di una “coppietta sconosciuta”.

Per Zaia si ospita e si accoglie. E, nel caso di Bezos, si spera in effetti benefici, ad esempio che il suo matrimonio “intercetti” e inneschi “molta filantropia: Venezia che ha bisogno del sostegno e dell’amore di molti filantropi”. Peraltro, l’Unesco “non dice chiudete le porte”, Venezia è un museo a cielo aperto, ma è “vivo e si deve trovare il giusto equilibrio tra turismo e attività umane. Pensare e immaginare che Venezia viva senza la presenza turistica è impraticabile: non puoi chiudere Venezia”. Zaia semmai propende per il “numero programmato”, che “può essere una soluzione: definire una volta per tutte quale sia il numero sostenibile di turismo che ogni ogni giorno Venezia può sopportare. Se l’overtourism è un problema, questo non deve portare all’ostracismo”.

Il punto è cercare di “gestire questi eventi perché prendano la piega giusta nella promozione, ma io non lo vivo come un problema”, come forse si fa altrove per motivi “ideologici, perché è Bezos e non un altro, perché è legato a una parte politica più che a un’altra, ma questo non ci dovrebbe riguardare: noi abbiamo sempre detto che non facciamo ostracismo, noi accogliamo tutti”. E semmai le nozze di Bezos, le “nozze del secolo”, sarebbero un obiettivo raggiunto “da vantare. A qualcuno farà schifo parlare di soldi, lo sentivo anche per le Olimpiadi”, ma, ricorda Zaia citando il sopralluogo di ieri a Cortina, “c’era anche chi si lamentava di non vedere le gru… Ora le gru ci sono e invece di un mese di stagione pensano a come stare aperti sempre…”.

Inoltre, è certo il governatore, i contrari sono una minoranza, “non mi risulta che la maggioranza dei veneziani e dei veneti siano convinti che Bezos sia un problema. Stiamo parlando di due persone che hanno deciso di sposarsi a Venezia e nel loro giorno più bello li vogliamo lasciare in pace?”. Le contestazioni hanno creato “un comitato di ricevimento che quasi non sanno più dove andare”, ma il vero “tema è che questa comunicazione ben esaltata e amplificata con atti dimostrativi comunica una idea negativa anche di chi non la pensa così. Venezia fa da grancassa: lo striscione appena esposto non faceva lo stesso effetto altrove”. E far passare l’idea che la maggioranza delle persone non voglia Bezos a Venezia è una “ingiustizia”, taglia corto Zaia.
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