ROMA – “Salvini crede che opporre silenzi accompagnati da sorrisi irridenti sia la chiave per non rendere conto del proprio operato e dei costanti rischi per la legalità che il suo operato comporta. E anche oggi, indirettamente, Salvini ha chiarito con la sua testimonianza le ragioni per le quali ebbi a definirlo ‘ministro della mala vita’”.
Lo ha detto Roberto Saviano, in una dichiarazione spontanea al tribunale di Roma, dopo la deposizione di Matteo Salvini come testimone, nel processo in cui il leader leghista ha querelato lo scrittore per diffamazione.
Spiega Saviano: “Matteo Salvini ha deciso, per la diffusione della Lega Nord al Sud, di creare una rete di riferimenti locali selezionati, come nel caso di Furgiuele, in quanto genero di Mazzei, tra la borghesia maggiormente compromessa con le organizzazioni criminali. Quelle stesse organizzazioni che brinderanno quando la prima pietra del ponte sullo Stretto verrà posata, poiché allora potrà avere inizio l’ennesima grande abbuffata che farà del nostro Sud un luogo ancora più povero, ancora più disperato”.
Oggi Salvini, prosegue Saviano “difende il suo parlamentare Domenico Furgiuele e lo fa nonostante il possibile imbarazzo, per lui e per il suo partito, derivante dalla storia criminale del suocero Salvatore Mazzei”, e dopo aver ricordato anche le condanne del suocero del ministro, Denis Verdini, lo scrittore chiude così: “Possibile che dopo questi fatti Salvini sia ancora al suo posto, nonostante evidenti motivi quanto meno di opportunità avrebbero suggerito un passo indietro? In un paese serio Salvini sarebbe stato allontanato dal Governo di cui fa parte, anche a rischio della stessa tenuta dell’esecutivo; ma questo rischio rappresenta la motivazione unica per la quale, invece, non viene rimosso. La tenuta del Governo e della spartizione del potere tra le forze della maggioranza sono la ragione per cui tutto è tollerato, tutto è accettato. Sullo sfondo, l’allarme lanciato dall’Anac sugli enormi appetiti criminali e i rischi concreti di infiltrazione mafiose nella gestione dei lavori per il Ponte sullo Stretto, opera alla quale Salvini vuole associare il proprio nome”.
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