BOLOGNA – “La chiamano legge ma si legge disgusto”: la sorella e il fratello di Giulia Tramontano, uccisa a 29 anni incinta di sette mesi dal compagno Alessandro Impagnatiello, si scaglia con rabbia, sui social, contro la decisione dei giudici della Corte d’appello di Milano che hanno confermato l’ergastolo ma valutato insussistente l’aggravante della premeditazione. Scrivono Chiara e Mario Tramontano, fratelli minori della vittima: “L’ha avvelenata per sei mesi. Ha cercato su Internet ‘Quanto veleno ci vuole per avvelenare una donna’. Poi l’ha uccisa. Per lo Stato, supremo legislatore, non è premeditazione. Vergogna a una legge che chiude gli occhi davanti alla verità e uccide due volte. E smettetela di portare gli assassini ai banchi. Sono assassini. Vanno in cella Nessuno li vuole liberi, inquinano”.
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