VENEZIA – Guarda lontano, molto lontano: alle stazioni spaziali orbitanti e ai futuribili avamposti lunari e marziani. Ma presto potrebbe dare ‘una mano’ molto vicino a Venezia, aprendo “nuovi scenari anche di riconversione industriale di aree quali quelle di Porto Marghera”. Il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, ha inaugurato oggi il Venice Microlife space lab: una piattaforma sperimentale per la progettazione di sistemi chimico-fisici e biotecnologici per la produzione di energia, trattamento reflui, creazione di bioraffinerie nelle stazioni spaziali orbitanti e nei futuri avamposti lunari e marziani, nell’ambito del progetto Biomoon. Un sistema finanziato dall’Agenzia spaziale italiana all’interno del bando per gli esperimenti sulla Luna, a cui sta lavorando il GpLab. Microlife si trova a Fusina, all’interno del Green propulsion laboratory del Gruppo Veritas, la piattaforma di ricerca avanzata finanziata dal ministero dell’Ambiente e dal Comune di Venezia, e vede il coinvolgimento delle Università di Venezia e Padova, già partner di GpLab nei progetti Biomoon e Purple B dell’Agenzia spaziale europea, e di aziende del territorio con competenze specifiche di settore. In questo contesto è stato siglato un accordo tra GpLab Veritas e la società Eie group di Mestre, leader mondiale nei settori dell’astronomia, astrofisica e nelle applicazioni per lo spazio con sviluppo di nuove tecnologie di space living. I risultati emersi nella sperimentazione (come la produzione di bioidrogeno da batteri immobilizzati, nuovi alimenti da microalghe in grado anche di assorbire la CO2 con più efficacia delle piante, processi di space manufacturing con stampa 3D) “possono aprire nuovi scenari anche di riconversione industriale di aree quali quelle di Porto Marghera”, sottolinea in una nota il Comune di Venezia.
“Porto Marghera si conferma un luogo di sperimentazione e di avanguardia e questo progetto dimostra l’impegno concreto del Comune di Venezia sui temi della sostenibilità- ha spiegato il sindaco- ci sono già 18 tra tesi di laurea e di dottorato che sono state fatte da giovani studenti sulle attività del GpLab Veritas, segno tangibile di come sia attrattiva la riconversione di Porto Marghera mediante trasferimento di tecnologie duali in materia di energia e chimica verde. Dalla laguna alla luna, e viceversa”, ha concluso Brugnaro. “La sostenibilità non è solo assicurare alle cittadine e ai cittadini servizi di qualità, a costi equi, rispettando l’ambiente e il lavoro dei dipendenti, come facciamo da anni- ha dichiarato il presidente di Veritas, Marco Bordignon- la sostenibilità è anche ideare, sperimentare e nel caso mettere in pratica soluzioni innovative, in grado di migliorare la vita delle persone, e di progredire dal punto di vista della tecnologia. Questo di oggi ne è l’esempio lampante, dal momento che nel nostro GpLab si studiano soluzioni innovative per trasformare materiali che altrimenti sarebbero rifiuti in risorse e riconvertire aree industriali oggi inutilizzate”.
I dati economici sull’impatto della space economy dicono intanto che nel Veneto il contributo diretto al Pil del settore spaziale possiede un potenziale di sviluppo, entro il 2040, di 1,5 miliardi di euro -con un triplo effetto moltiplicativo- e stima in 2.400 i posti di lavoro a tempo pieno con figure a elevata professionalità, formate dalle università venete.
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