BOLOGNA – È il boomerang più antico d’Europa. E forse anche del mondo, mettendo così in discussione la sua origine australiana. Lungo più di 70 centimetri, e ricavato da una zanna di mammut, è stato ritrovato nella grotta di Oblazowa, in Polonia, ed è stato analizzato nei laboratori dell’Alma Mater di Bologna. Qui, usando le misurazioni basate sul radiocarbonio, è stato possibile scoprire che risale a oltre 42.000 anni fa. Ed è proprio la sua età ad aver fatto saltare sulla sedia i ricercatori. Lo studio, coordinato dall’Università di Bologna, inserisce infatti il reperto “in un contesto cronologico e culturale inedito e rivela un sorprendente livello di abilità cognitiva, progettazione tecnica e pensiero simbolico già nelle fasi iniziali della presenza dell’Homo Sapiens nel continente europeo”.
Sahra Talamo, docente del Dipartimento di Chimica ‘Giacomo Ciamician’ dell’Alma Mater e direttrice del Laboratorio ‘Bravho’, conferma: “I risultati sono stati sorprendenti. Le analisi realizzate ci permettono di collocare il boomerang tra gli oggetti simbolici e tecnologici più antichi finora noti in Europa: un elemento che testimonia la sofisticazione cognitiva dei primi Sapiens nel cuore del continente”. Pawel Valde Nowak, docente dell’Istituto di Archeologia dell’Università Jagellonica di Cracovia, primo studioso del boomerang di Oblazowa, aggiunge: “Per le sue caratteristiche e il suo stato di conservazione, questo boomerang è un reperto senza precedenti che ci permette di esplorare aspetti finora ignoti”. Quella del boomerang è infatti considerata una “scoperta inusuale per il Paleolitico europeo”, perchè a lungo si è ritenuto che fossero stati i popoli aborigeni dell’Australia a inventare questo strumento, migliaia di anni fa.
Il reperto rinvenuto nella grotta polacca è molto simile ad alcuni esemplari di boomerang rinvenuti nel Queensland australiano. Per questo era importante riuscire a datarlo con precisione, “sia per capire meglio lo sviluppo delle espressioni artistiche e culturali dell’Homo Sapiens in Europa, sia per provare a ricostruire le origini di questo tipo di strumenti”. Il fatto che risalga a 42.000 anni fa, sottolinea l’Alma Mater, “apre nuove prospettive sulle prime presenze dell’Homo Sapiens in tutta l’Europa centrale”. All’interno della grotta, il boomerang è stato trovato insieme ad altri ornamenti in avorio, a resti ossei animali e a una rara falange umana attribuibile all’Homo Sapiens. “Tutti elementi che potrebbero far pensare a un contesto rituale sciamanico”, si spiega dall’Ateneo.
Fino ad oggi, l’Europa centro-orientale era stata considerata una regione marginale rispetto alla prima diffusione dell’Homo Sapiens nel continente. Questo ritrovamento suggerisce invece “un’occupazione prolungata della grotta di Oblazowa, in un periodo segnato da forti oscillazioni climatiche. E questa novità contribuisce a rivalutare il ruolo delle regioni del centro e dell’est Europa nella ricostruzione dei movimenti dell’Homo Sapiens”. Secondo Talamo, questa scoperta “dimostra l’importanza di integrare discipline diverse per ricostruire i grandi passaggi della storia umana. E ci ricorda come anche le regioni meno esplorate della preistoria europea possano rivelare testimonianze in grado di trasformare profondamente la nostra visione del passato”.
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