dal nostro corrispondente Alessio Pisanò
BRUXELLES – Il consenso è ampio a Bruxelles sulla volontà di trovare rapidamente un accordo con gli Stati Uniti sulla disputa dei dazi commerciali annunciati dagli Stati Uniti di Donald Trump prima che scada il 9 luglio la tregua di 90 giorni annunciata dal presidente americano. Sull’Europa ansiosa di dare certezza ai mercati, incombe la minaccia di dazi al 10% sulle merci esportate dagli Usa. Alla riunione del Consiglio europeo che è terminato poco prima della mezzanotte giovedì, la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha parlato ai capi di Stato e di governo di una controproposta arrivata da Washington senza definire meglio i dettagli. Sullo sfondo le divergenze tra le due principali economie europee. Con la Germania del cancelliere tedesco, Friedrich Merz, che persuade Bruxelles a preferire “un accordo rapido e semplice” rispetto a uno “lento e molto complicato”, così come ottenuto dal primo ministro britannico Keir Starmer. La Francia del presidente Emmanuel Macron non è disposta a confondere la volontà di trovare un rapido accordo con la debolezza a concedersi.
“Vogliamo concludere velocemente l’accordo per la stabilità del commercio e i nostri interessi, ma non a tutti i costi”, ha dichiarato il presidente francese, Emmanuel Macron. “Se la scelta degli Stati Uniti sarà l’imposizione di dazi al 10%, la nostra risposta sarà l’adozione di misure di compensazione sui beni e i prodotti venduti dagli americani sul mercato europeo”, ha aggiunto. Macron non ha timore a chiedere un accordo “giusto e rispettoso”, ammonendo che il surplus che l’Europa vanta nella bilancia commerciale con gli Stati Uniti “non è strutturale ma limitato ad alcuni settori”. “Non siamo né ingenui e né deboli”, ha sottolineato parlando ai giornalisti a margine del Consiglio europeo. Un avviso che somiglia a quanto ha affermato anche il primo ministro polacco Donald Tusk al termine della conferenza stampa con von der Leyen e il presidente del Consiglio europeo Antonio Costa. “Dovremmo essere intelligenti e innovativi, ma anche imprevedibili a volte, come lo sono i partner americani”, ha detto in maniera provocatoria. “Sono sicuro che siamo i più preparati a negoziare”, ha detto ancora il primo ministro, che ha guidato la presidenza del Consiglio dei ministri, uno dei due rami legislativi dell’Ue insieme al Parlamento europeo. “Ci fidiamo ciecamente della Commissione europea nel guidare i negoziati a nome degli Stati membri”, ha poi aggiunto Costa chiudendo la conferenza stampa. A Bruxelles si guarda alle prospettive commerciali anche più a lungo termine.
Sul tavolo dei leader arriva la proposta della Commissione di riesumare l’Accordo globale e progressivo per il partenariato transpacifico (Cpttp) che non ha mai visto la luce per il ritiro che il presidente Trump annuncio appena eletto nel 2016. “Dobbiamo pensare a come ridisegnare l’organizzazione mondiale per il commercio e capire quello che va riformato per non rifare gli stessi errori e dimostrare che firmare accordi commerciali di libero scambio con un gran numero di Paesi basandosi sulle regole è possibile”, ha detto von der Leyen in conferenza stampa annunciando che il ventaglio di opzioni è ampio.
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