ROMA – Quasi una persona su tre pratica con continuità uno sport. Nel 2024 sono più di 21 milioni 500mila le persone di 3 anni e più che nel nostro Paese praticano uno o più sport nel tempo libero (il 37,5% della popolazione di 3 anni e più). Tra questi il 28,7% pratica uno sport con continuità e l’8,7% saltuariamente. La tendenza a praticare sport cresce nel tempo: nel 1995 la quota di sportivi tra le persone di 3 anni e più era pari al 26,6%. Sono questi alcuni aspetti più importanti emersi dalla presentazione dei dati Istat 2024 ‘La pratica sportiva in Italia’. All’incontro, svolto nella sala conferenze del Palazzo delle Terme alle piscine del Foro Italico, hanno partecipato il ministro per lo Sport e i Giovani, Andrea Abodi, l’amministratore delegato di Sport e Salute, Diego Nepi Molineris, il presidente dell’Istituto per il Credito sportivo e Culturale, Beniamino Quintieri, il presidente del Coni, Luciano Buonfiglio, il presidente del Cip, Marco Giunio De Sanctis, il presidente dell’Istat, Francesco Maria Chelli.
L’INCREMENTO RIGUARDA QUASI DEL TUTTO LA PRATICA SPORTIVA CONTINUATIVA
Dai dati è emerso che l’incremento della pratica sportiva ha riguardato quasi esclusivamente quella di tipo continuativo, cresciuta di quasi 11 punti percentuali (era il 17,8% nel 1995), mentre è rimasta abbastanza stabile in tutto il periodo la pratica di tipo saltuario e occasionale. Nel 2024 il 43,4% degli uomini pratica sport, mentre fra le donne la percentuale scende al 31,8%. Nel tempo, il graduale aumento della pratica sportiva ha però riguardato di più le donne, al punto che il divario di genere tra i praticanti si riduce da circa 17 punti percentuali nel 1995 a 11,6 punti percentuali nel 2024. Lo sport è un’attività del tempo libero fortemente legata all’età: la passione per lo sport è un tratto distintivo dei più giovani e raggiunge le quote più elevate tra i ragazzi di 11-14 anni (nel 2024 il 75,6%, di cui il 66,7% in modo continuativo e l’8,9% in modo saltuario). A partire dai 15 anni l’interesse per la pratica sportiva inizia a diminuire, anche se la quota di praticanti rimane comunque elevata fino ai 24 anni (rispettivamente il 66,1% tra i 15 e i 17 anni e il 53,9% tra i 18 e i 24 anni), per poi diminuire progressivamente nelle età successive. La pratica sportiva scende al 23,3% tra i 65-74enni ed è pari all’8,1% tra la popolazione di 75 anni e più. Da segnalare, tuttavia, il forte aumento proprio nella terza età considerando che nel 1995 praticava sport solo il 5,3% dei 65-74enni e appena l’1,4% degli ultra-settantaquattrenni.
L’ATTITUDINE ALLA PRATICA SPORTIVA È DISOMOGENEA SUL TERRITORIO
Il Nord-est è la ripartizione geografica con la quota più elevata di praticanti (43,9%), seguito dal Nord-ovest e dal Centro (rispettivamente il 41,7% e il 41,5%). Nelle regioni meridionali e insulari, invece, la pratica sportiva si attesta generalmente su livelli mediamente più bassi (27,9%). Considerando l’ampiezza demografica dei comuni, i livelli di pratica sportiva sono più alti nei comuni centro dell’area metropolitana (42,7%) e in quelli delle zone limitrofe alle aree metropolitane (40,1%). Quote meno elevate interessano, invece, i piccoli comuni fino a 2mila abitanti (29,7%). Nel 2024 il 13,0% degli sportivi di 3 anni e più ha dichiarato di praticare sport meno di una volta a settimana, quasi la metà (48,8%) di allenarsi una o due volte a settimana, mentre più di uno su tre (il 37,1%) di praticare tre o più volte a settimana. Sono specialmente gli uomini a praticare sport con maggiore frequenza: è pari al 40,3% la quota di uomini che si allena con una frequenza di tre o più volte a settimana, mentre si scende al 32,8% tra le donne (Figura 2). I bambini di 3-5 anni fanno sport meno frequentemente ma, crescendo, lo sport diventa sempre più assiduo fino a toccare il livello più alto tra i giovani di 15-24 anni che, nel 47,6% dei casi, praticano sport in media per tre o più giorni a settimana. A causa dell’età e soprattutto degli impegni quotidiani di tipo lavorativo o familiare, la frequenza della pratica sportiva si riduce nelle classi di età centrali (in particolare tra i 45 e i 64 anni) e recupera un po’ tra gli over sessantaquattrenni: in questa fascia d’età più di uno sportivo su tre pratica sport in media tre o più giorni a settimana (36,2%). Il 66,6% degli sportivi fa sport durante tutto l’anno, il 32,3% solo stagionalmente. La quota di chi pratica con maggiore continuità nell’anno è più elevata tra gli uomini che tra le donne (68,7% contro 63,8%). Negli ultimi 10 anni la quota di sportivi che pratica sport durante tutto l’anno è aumentata in modo significativo (era pari al 59% nel 2015), parallelamente si riduce, di 7,3 punti percentuali rispetto al 2015, la quota di chi pratica sport solo stagionalmente.
NUOVE TECNOLOGIE A SUPPORTO DELLO SPORT
L’utilizzo delle nuove tecnologie va a supporto anche della pratica sportiva: il 18,7% degli sportivi (più donne che uomini, 20,9% contro 17,1%) ha dichiarato, infatti, di praticare sport tramite l’ausilio di applicazioni su Internet dedicate al fitness, tramite social network o siti web specializzati di palestre o centri sportivi. L’uso delle nuove tecnologie per la pratica sportiva è poco diffuso tra i giovanissimi fino 14 anni (5,1%), cresce nelle età successive e raggiunge i livelli più elevati tra i giovani adulti di 25-44 anni (29,1%). Non mancano comunque quote di utilizzatori anche tra gli sportivi ultra-sessantaquattrenni (quasi uno sportivo su 10). La graduatoria degli sport praticati vede in cima alla classifica il gruppo che include ginnastica, aerobica, fitness e cultura fisica: lo pratica circa un terzo degli sportivi (33,1%, pari a 7 milioni 133 mila persone). Si tratta di un settore in forte crescita rispetto al 2015, quando coinvolgeva il 25,2% dei praticanti. Il calcio, in tutte le sue varianti (compreso a 5 e a 8), occupa il secondo posto con il 20,3% degli sportivi (4 milioni 327 mila persone). Nonostante resti popolarissimo tra i più giovani, lo pratica quasi un bambino su due tra i 3 e i 10 anni, è in calo costante: nel 2000 rappresentava il 25,7%, sceso al 24,2% nel 2006 e al 23% nel 2015. Al terzo posto si trovano gli sport acquatici e subacquei, scelti dal 18,7% degli sportivi (poco più di 4 milioni). Anche in questo caso si registra una lieve flessione rispetto al 2015 (21,1%). Stabile in quarta posizione il gruppo che comprende atletica leggera, footing e jogging, con il 18,3% dei praticanti, in aumento rispetto al 16,8% di dieci anni fa. Seguono gli sport invernali, su ghiaccio e di montagna, che interessano l’11,3% degli sportivi (2 milioni 428 mila persone), in netta ripresa rispetto al 2015 e tornati ai livelli di inizio anni 2000. Questo incremento è trainato soprattutto da alcune discipline in crescita come ad esempio il trekking, praticato nel 2024 dal 4% degli sportivi (erano l’1,6% nel 2015). Gli sport ciclistici coinvolgono il 10,7% degli sportivi, mentre quelli con palla e racchetta rappresentano l’8,5%. Quest’ultima categoria è in crescita, grazie soprattutto al successo del padel, oggi praticato dal 2,9% degli sportivi (pari a 634 mila persone). Tra gli sport in aumento negli ultimi dieci anni troviamo le arti marziali/sport da combattimento (dal 4,4 al 5,8%) e la pallacanestro (dal 4 al 4,9%). Restano invece stabili la danza/ballo e la pallavolo (rispettivamente il 7,8% e il 5,8% nel 2024 contro l’8,1 e il 5,4 del 2015). Agli ultimi posti della classifica si trovano la caccia e la pesca, praticate rispettivamente da 129 mila e 190 mila persone, con una diffusione inferiore all’1%. Un tempo molto popolari, oggi rappresentano attività meno diffuse.
DIFFERENZE SIGNIFICATIVE TRA UOMINI E DONNE
La classifica degli sport praticati evidenzia anche differenze significative tra uomini e donne. Alcune attività mostrano una forte connotazione di genere, mentre per altre le differenze sono più contenute. Il gruppo ginnastica, aerobica, fitness e cultura fisica è nettamente il preferito dalle donne (47,4%), seguito da sport acquatici (22,5%) e atletica leggera, footing e jogging (18,6%). Tra gli uomini domina invece il calcio (incluso quello a 5 e a 8), praticato dal 34,4% (contro appena l’1,5% delle donne), seguito da ginnastica/aerobica, fitness cultura fisica (22,2%) e dal gruppo atletica/jogging (18%). Nel 2024 il 59,5% dei praticanti sport dichiara di esercitarsi in impianti sportivi al chiuso (come, ad esempio, palestre e piscine coperte) e il 36,8% in impianti all’aperto (campi di calcio, di tennis, piscine scoperte, ecc.).La pratica in impianti all’aperto è più diffusa tra gli uomini (48,4% contro il 21,7% delle donne), nella pratica al chiuso prevalgono le donne (68,7% contro il 52,5% degli uomini). Quasi quattro persone su 10 (37,7%) praticano, invece, le attività sportive in maniera del tutto destrutturata e in piena autonomia, preferendo spazi all’aperto non attrezzati (con valori superiori al 41% al Nord e pari al 29,1% al Sud e al 26,0% nelle Isole). Tra questi, il 24,6% fa pratica in città (parchi, strade, ville), mentre il 27,2% si allena in spazi fuori città (mare, montagna, lago o boschi). Quasi un quarto degli sportivi (23,5%) si esercita, invece, in spazi all’aperto attrezzati come ad esempio piste ciclabili o parchi con percorsi attrezzati.La pratica all’aperto, indipendentemente dal fatto che si tratti o meno di luoghi attrezzati, aumenta al crescere dell’età, con livelli più alti a partire dai 35 anni, mentre i bambini e i giovani scelgono più spesso impianti sportivi al chiuso (quasi otto bambini su 10 tra i 3 e i 10 anni).
PER DUE SPORTIVI SU 10 SPORT IN CASA O IN AREE CONDOMINIALI
Infine, due sportivi su 10 praticano sport in casa o in spazi condominiali, con una quota più elevata di donne che di uomini (22,6% contro 18,4%). Anche nel caso della pratica di sport in casa, la quota è più bassa tra i giovanissimi fino a 17 anni e raggiunge il livello più elevato nelle età centrali (24,8% nella fascia 25-44 anni). In quasi 10 anni, la pratica svolta in casa o in spazi condominiali è aumentata in modo considerevole (+6,7 punti percentuali, era il 13,5% nel 2015). L’aumento di tale abitudine è legato in parte anche alle abitudini acquisite durante il biennio pandemico quando, complici le restrizioni agli spostamenti e la chiusura di palestre e centri sportivi, le persone si erano attrezzate a fare sport e attività motoria nella propria abitazione, sfruttando anche eventuali spazi aperti disponibili come terrazzi, balconi, giardini privati o spazi condominiali esterni. Lo sport è praticato prevalentemente per mantenersi in forma (61,5%), passione o piacere (49,8%) e per svago (42,6%), ma anche per ridurre lo stress (27,5%). Rispetto ai motivi per cui si pratica sport emergono forti differenze di genere. È più diffuso tra gli uomini l’esercizio per passione o piacere (55,2% contro 42,8% delle donne) e come fonte di svago (44,6% contro 40,1%), mentre mantenersi in forma, ridurre lo stress e migliorare l’aspetto fisico sono motivazioni indicate più dalle donne (rispettivamente 65,2%, 30,1% e 21,5% delle donne contro 58,7%, 25,5% e 17,0%). Inoltre, le donne attribuiscono maggior valore alle potenzialità terapeutiche dello sport (il 14,4% rispetto all’8,7% degli uomini), mentre per gli uomini prevalgono i valori trasmessi dallo sport e il contatto con la natura.
LE MOTIVAZIONI DELLA PRATICA SPORTIVA VARIANO SENSIBILMENTE AL VARIARE DELL’ETÀ
I più giovani vivono prevalentemente lo sport come un piacere (il 68,1% dei praticanti di 11-14 anni), ne sottolineano l’aspetto socializzante (circa un quarto dei bambini e ragazzi fino a 19 anni pratica sport per stare con altre persone) e l’importanza per i valori che trasmette (il 23,3% tra i 3 e i 14 anni). Superata la soglia dei 20 anni, pur rimanendo importanti le motivazioni legate all’aspetto ludico e di piacere, acquistano valore il desiderio di mantenere una buona forma fisica (per oltre il 70% delle persone tra i 25 e i 64 anni) e la possibilità di scaricare lo stress (per quattro sportivi su 10 tra i 25 e i 54 anni). All’aumentare dell’età, poi, vengono sottolineate sempre più le capacità terapeutiche dello sport, soprattutto a partire dai 55 anni, per diventare una delle motivazioni prevalenti tra i praticanti di 75 anni e più.
NEL 2024 IL 62,5% NON PRATICA ALCUNO SPORT
Nel 2024 il 62,5% della popolazione di 3 anni e più non pratica nessuno sport. Tuttavia, il 29,7% (poco più di 17 milioni di persone) svolge regolarmente qualche forma di attività fisica, all’aperto o al chiuso, come ad esempio fare passeggiate di almeno 2 chilometri, andare in bicicletta o esercitarsi in casa. Il restante 32,8% (pari a 18 milione 850mila persone) è invece completamente sedentario, cioè non svolge alcun tipo di attività fisico sportiva né all’aperto né al chiuso. La quota di chi non pratica sport è particolarmente alta tra le donne (68,1%, contro il 56,6% degli uomini). Rispetto all’età, i bambini fino a 5 anni per ovvie ragioni non hanno avuto ancora modo di avvicinarsi allo sport (64,7%), per quanto essi mettano in evidenza, chiaramente sollecitati dai genitori, una delle più importanti propensioni a praticare una qualche forma di attività fisica (30,1%). Il livello minimo di inattività sportiva si registra, invece, tra i giovanissimi dai 6 ai 14 anni (24,7%). A praticare più frequentemente attività fisica, pur senza fare sport, sono soprattutto le donne e le persone con più di 55 anni: in quest’ultima fascia, oltre una persona su tre svolge regolarmente qualche forma di esercizio.
I MOTIVI PIÙ FREQUENTI DI CHI NON FA SPORT
Fra le motivazioni più frequenti per non praticare sport spicca la mancanza di tempo (35,1%), soprattutto tra gli uomini (39,3% contro il 31,8% delle donne). Seguono la mancanza di interesse (31,2%), l’età (21,3%), problemi di salute (15,3%), stanchezza o pigrizia (12,3%), motivi economici (7,6%) e familiari (6,9%). Le motivazioni cambiano sensibilmente con l’età: a partire dai 25 anni la mancanza di tempo diventa la ragione più citata, raggiungendo il picco tra i 35 e i 44 anni (59,3%), in particolare tra gli uomini (64%). Dopo i 55 anni, invece, assumono maggiore rilevanza i problemi di salute/disabilità e l’età, che diventano le motivazioni principali tra le persone con più di 75 anni: in questa fascia, il 65,2% indica l’età come ostacolo alla pratica sportiva e il 33,2% cita motivi di salute/disabilità. Tra chi non pratica sport, ben il 37,1% delle persone dai 3 anni in su (21 milioni e 300 mila) dichiara di non aver mai fatto sport nella propria vita. Questa quota è molto più alta tra le donne (44,7%) rispetto agli uomini (29,1%) e presenta significative differenze territoriali: nel Mezzogiorno quasi una persona su due (49,3%) non ha mai praticato sport, contro il 30,9% del Centro-nord. Negli ultimi anni, tuttavia, si è registrata una riduzione significativa di chi non si è mai avvicinato allo sport (nel 2015 il 44%). Il calo è stato particolarmente marcato tra i bambini di 3-10 anni (con una riduzione di 8 punti percentuali) e, ancor più, tra le persone con più di 55 anni, per le quali la diminuzione ha superato i 12 punti percentuali.
NEL 2024 14,6 MILIONI DI PERSONE HANNO ABBANDONATO LA PRATICA SPORTIVA
Nel 2024 oltre 14 milioni e 600mila persone di 3 anni e più (il 25,4%) dichiarano di aver abbandonato la pratica sportiva (i cosiddetti dropout) in un certo momento della loro vita. Il fenomeno è più diffuso tra gli uomini (27,5%) rispetto alle donne (23,4%) e si concentra soprattutto nelle fasce di età centrali, chiaramente a causa dei maggiori impegni legati a famiglia e lavoro tipici di questa fase della vita. Anche per l’interruzione della pratica sportiva emergono forti differenze territoriali: le interruzioni sono più frequenti nel Centro-nord (26,8%) rispetto al Mezzogiorno (22,7%), dove però la pratica sportiva è generalmente meno diffusa. Rispetto al 2015, quando i dropout erano il 20,2%, si registra un netto aumento. Dunque, se da un lato cresce, come sottolineato in precedenza, il numero di chi pratica sport, dall’altro aumenta anche chi, a un certo punto, smette. In particolare, tra il 2015 e il 2024, l’incremento più marcato si è avuto tra gli adulti e gli anziani over 60, con un aumento di circa 10 punti percentuali.L’interruzione della pratica sportiva è un fenomeno da monitorare, soprattutto tra i più giovani. Già a partire dai 10 anni, infatti, cresce il numero di chi dichiara di aver smesso di fare sport. Nel 2024 sono circa 1 milione e 560mila i giovani tra i 10 e i 24 anni che affermano di aver praticato sport in passato, ma di averlo poi abbandonato (18,3% in questa fascia d’età). Il fenomeno riguarda più le ragazze (21,6%) dei ragazzi (15,1%) e avviene anche più precocemente: in media a 14 anni per le ragazze contro i 15 dei coetanei maschi. Per quanto riguarda le motivazioni, più di un giovane ex-sportivo su due ha smesso per mancanza di tempo (41,9%) o per perdita di interesse verso lo sport (39,1%). Altri motivi frequenti includono gli impegni scolastici (16,2%), l’emergere di nuovi interessi (10,6%), la stanchezza o la pigrizia (8,4%). Il 7,6% segnala le difficoltà economiche, mentre per il 5,9% la decisione è stata influenzata dalla mancanza di strutture adeguate o dalla difficoltà a raggiungerle. L’analisi per genere rivela ulteriori differenze: le ragazze interrompono più spesso per mancanza di tempo e motivi legati allo studio, mentre tra i ragazzi prevalgono la perdita di interesse e la pigrizia.
Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo https://www.dire.it