MILANO – Una montagna difficile, scalata solo tre volte nella storia. Lo Yukshin Gardan Sar è l’obiettivo della spedizione guidata dall’alpinista statunitense Christopher Wright partita venerdì 27 giugno. Insieme a lui, l’alpinista veneto Stefano Ragazzo e lo statunitense Michael Hutchins. Il progetto alpinistico è finanziato dal Club alpino italiano. Dal 4 luglio al 20 agosto, la spedizione entrerà nel vivo con l’acclimatamento e il tentativo di ascensione. I tre alpinisti proveranno a completare, in stile alpino, una via sulla parete nord di questo gigante alto 7.530 metri, che fa parte della catena del Karakoram, nel Gigit Baltistan. Si tratta di una linea lunga poco più di 3.100 metri, a partire dal ghiacciaio (che si trova a 4.400 metri) fino alla cima a 7.530 metri.
PESANO LE POLITICHE AL CONFINE TRA PAKISTAN E INDIA
La spedizione propone di seguire l’avvicinamento al versante nord attraverso il ghiacciaio Yukshin Gardan. Un itinerario già tracciato da un team scientifico-alpinistico nel 2015. La squadra si era ritirata a poco meno di 7.000 metri a causa delle condizioni avverse. Nella storia, la montagna è stata sempre scalata per la stessa via aperta nella prima ascensione, effettuata attraverso il ghiacciaio Yazghil sul versante sud-occidentale della montagna. L’ascensione è stata realizzata da una squadra congiunta austro-pakistana nell’estate del 1984. “Al momento della pianificazione, avevamo pensato a due obiettivi: da una parte il Rimo III, montagna indiana con una parete inviolata di 1.600 metri. Dall’altra lo Yukshin Gardan Sar. Le recenti tensioni politiche al confine tra Pakistan e India hanno fatto sì che i tempi per avere il permesso di scalata del Rimo III, già lunghi di per se, si allungassero ancora di più. Per questo , abbiamo scelto la parete nord dello Yukshin Gardan Sar: un’ascensione molto più difficile e impegnativa”, spiega Stefano Ragazzo.Credit foto:Sergiu Jiduc, Karakoram Anomaly Project, 2015Silvia LoreggianFay MannersBig Rock Media HouseChris Wright
Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo https://www.dire.it