MILANO – La sua età, quanto è alta, chi l’ha progettata, chi ci vive, il suo valore: queste e altre curiosità sulla Torre Hadid, teatro del pericolo scampato- al momento- per il collasso dell’insegna posta sul suo tetto. Ma anche le ipotesi su cosa può aver ha causato il cedimento.
LO STORTO NON È MAI SOLO: IL TRIO INSEPARABILE DI CITY LIFE
Punto primo: lo ‘Storto’ non è mai solo ma va a braccetto con il Dritto e il Curvo: a CityLife, a Milano: sono loro il trio dei palazzi più famosi e ‘griffati’. Nel panorama del quartiere più glamour della città, non ci sono solo i due grattacieli pluricitati dalle fiction tv che compongono il Bosco Verticale dello studio Boeri. Affiancate e svettanti sulla piazza che rende loro omaggio dal suo nome, piazza Tre Torri appunto, appaiono così Torre Isozaki (il Dritto), Torre Hadid (lo Storto) e Torre Libeskind (il Curvo) che, a loro volta, citano il cognome del proprio Archistar.
QUANTO È ALTA LA TORRE
Proprio questo museo a cielo aperto di architettura contemporanea e nomi altisonanti è il teatro del ‘dramma’ vissuto oggi a Milano, dove si è scongiurato il peggio grazie al tempestivo dispiegamento di forze, dalle 6,30 della mattina. Questo l’orario in cui è scattato l’allarme è scattato a Citylife, con la prima chiamata ai vigili del fuoco: la capigliatura dello Storto si è infatti scompigliata. O meglio, una delle due mega insegne in cima alla torre Hadid ‘Storto’ è collassata e avrebbe potuto crollare in un volo di quasi 200 metri sulla piazza sottostante. L’edificio è infatti alto 192 metri per 44 piani, include le insegne da sole sono alte 15 metri e si sviluppano per i lati del perimetro più lunghi della struttura.
I TRE NOMI: LO “STORTO, TORRE HADID E TORRE GENERALI
Terza curiosità, il grattacielo protagonista del pericolo scampato può sfoggiare ben tre nomi. Il primo è Torre Hadid, dal cognome della progettista, l’architetta anglo irachena Zaha Hadid. Ma è stato ribattezzato anche “lo Storto” perché è tra i primi grattacieli al mondo “in torsione” interamente in calcestruzzo. Infine, “Torre Generali” perché dal 2019, anno del suo taglio del nastro, il palazzo è proprietà del gruppo assicurativo Generali, che già dal 2018 aveva trasferito a Citylife il suo quartier generale. Tuttora gli interni della torre sono frequentati da oltre 2 mila dipendenti dell’azienda. Per Generali si è trattato di un affare da 315 milioni di euro.
L’ETÀ DELLA TORRE MAI VISTA DALLA SUA PROGETTISTA
Quarta nota narrativa: la ‘madre’ della torre non è riuscita a vederla ‘crescere’. I primi cantieri per la sua costruzione infatti sono partiti nell’agosto 2014, l’apertura al pubblico è dell’ottobre 2017. Ci sono poi voluti 5 anni per arrivare alla sua inaugurazione, nell’aprile 2019, alla presenza delle istituzioni milanesi ma anche dell’allora premier Giuseppe Conte. Malgrado in realtà la sua realizzazione sia stata piuttosto veloce, la progettista non riuscì a vedere l’opera compiuta: Zaha Hadid è scomparsa infatti all’improvviso nel marzo 2016, a Miami, per arresto cardiaco. L’Archistar- di cui in Italia porta la firma anche il Museo Maxxi di Roma- era considerata tra le 100 persone più influenti al mondo.
COME RAGGIUNGERLA
l milanesi invece hanno potuto vedere crescere l’edificio in pochi anni: da una sagoma di pochi piani a uno dei grattacieli più alti della città, 177 metri per 44 piani, insieme alle insegne aggiunte successivamente al progetto originale, sfiora i 192 metri d’altezza.La torre è servita dalla linea 5 della metropolita di Milano, la lilla, aperta il 14 novembre 2015. È stato concepito come punto focale d’impatto e visibile dalle principali arterie della viabilità dell’area: viale Scarampo, via Domenichino, via Michelangelo Buonarroti, via Rossetti e via Angelo Poliziano.
IL CALDO TRA LE POSSIBILI CAUSE DEL CEDIMENTO
Infine si fanno ipotesi sulle possibili cause del cedimento della struttura reticolare che regge l’insegna. Tra queste si pensa che le alte temperature di questi giorni abbiano contribuito a deteriorare i supporti dell’insegna. Al momento, i vigili del fuoco assicurano che la struttura ceduta è appoggiata sul tetto e lì bloccata, non c’è il rischio che possa crollare. L’intenzione è comunque di metterla in sicurezza con dei tiranti per evitare si possa muovere su sollecitazioni di vento e pioggia.
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