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La bomba di Trump: “Senza sussidi Musk tornerebbe in Sudafrica e l’America risparmierebbe”. Il proprietario di Tesla pensa a fondare un nuovo partito


ROMA – Se non fosse per i soldi pubblici, Elon Musk sarebbe già tornato in Sudafrica. Parola di Donald Trump, che su Truth Social ha lanciato un attacco frontale contro l’uomo più ricco del mondo: “Elon potrebbe essere la persona che ha ricevuto più sussidi statali nella storia. Senza quei fondi dovrebbe chiudere bottega e tornarsene in Sudafrica. Niente più lanci di razzi, satelliti o auto elettriche, e il nostro Paese risparmierebbe una FORTUNA”.

Sui social si sta consumando solo l’ultimo capitolo della faida tra il presidente degli Stati Uniti e il fondatore di Tesla e SpaceX, un tempo alleati e oggi ai ferri corti. Prima d’accordo su tutto, ora su nulla. A partire dalle auto elettriche, che secondo l’inquilino della Casa Bianca “vanno bene, ma non tutti dovrebbero essere costretti a possederne una”.

DEE DEVLIN MOGLIE DI CONOR MCGREGOR
, DONALD TRUMP PRESIDENTE USA, ELON MUSK AD TESLA, MARK BURNETT PRODUTTORE TELEVISIVO
, CONOR ANTHONY MCGREGOR ARTISTA MARZIALE MISTO E COMBATTENTE MMA INSIEME AI SUOI FIGLI

Il tycoon ha poi provocato Musk anche sul fronte Doge, la criptovaluta creata dal fondatore di Tesla, scrivendo: “Forse dovremmo chiedere a Doge di analizzare bene la questione? UN SACCO DI SOLDI DA RISPARMIARE!!!”.

IL SONDAGGIO SUL NUOVO PARTITO

Nel frattempo, Musk continua a muoversi sul terreno politico. In un sondaggio pubblicato su X ha chiesto ai suoi follower se sia arrivato il momento di fondare un nuovo partito in America che rappresenti l’80% degli elettori moderati. Il risultato parla chiaro: oltre 5,6 milioni di voti, con l’80,4% favorevole. Un dato che alimenta le ipotesi su un suo ingresso diretto nella scena politica Usa.

LA REPLICA DI MUSK: “TAGLIA TUTTO”

La risposta di Musk all’affondo di Trump non si è fatta attendere. Con il suo consueto stile provocatorio, su X ha scritto: “Sto letteralmente dicendo: TAGLIA TUTTO. Ora”. Un messaggio che suona come una sfida diretta, per affermare che le sue aziende possono sopravvivere anche senza sussidi federali.

Non è la prima volta che Trump minaccia di chiudere i rubinetti pubblici al suo ex alleato. Già a inizio giugno, il disegno di legge che secondo analisti indipendenti avrebbe aggiunto circa 3 trilioni di dollari al debito Usa aveva scatenato tensioni. Per Musk, che ha contratti federali per circa 22 miliardi di dollari, le conseguenze sono state pesanti: il 5 giugno Tesla ha perso 150 miliardi di dollari di capitalizzazione in un solo giorno, il crollo più grave nella storia dell’azienda.
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