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FOTO | VIDEO | Mozambico, Torcianti (Istoreco): che solidarietà, Reggio-Africa


ROMA – Una solidarietà popolare internazionale: buona pratica da innovare e ripensare in un mondo globalizzato, dalle infinite possibilità eppure troppo spesso incapace di guardare al futuro. Ragiona anche su queste parole, Chiara Torcianti, tra le mani lettere di 50 anni fa, ma è come se fossero di oggi, qui all’Archivio Reggio Africa. Sono giorni di anniversari. Era il 2 luglio 1975 quando fu firmato il “patto di amicizia” tra la città emiliana e quella di Pemba, nel nord del Mozambico, divenuto indipendente pochi giorni prima, il 25 giugno, dopo la guerra di liberazione contro il dominio coloniale del Portogallo. “Solidarietà popolare internazionale” è anzitutto quella di Giuseppe Soncini, dirigente comunista che fu presidente dell’Associazione regionale degli ospedali dell’Emilia-Romagna e del nuovo Comitato per gli aiuti sanitari al popolo del Mozambico. Il Portogallo era un Paese della Nato, alleato degli Stati Uniti e anche dell’Italia, eppure molti cittadini, comunisti, socialisti e cattolici, protagonisti ed eredi della Resistenza, sostennero ancora il diritto all’autodeterminazione e alla libertà.

TORCIANTI: “ARCHIVIO PATRIMONIO DI MEMORIE, AIUTA A CAPIRE E A ORIENTARCI”

Antropologa culturale e storica, Torcianti è la direttrice del Polo archivistico del Comune, gestito dall’istituto storico provinciale Istoreco. “Un archivio è un patrimonio di memorie che aiuta a capire meglio chi siamo”, la sua premessa in un’intervista con l’agenzia Dire, “ma anche a orientarci per il futuro in modo pratico perché le domande che ci poniamo anche sulle relazioni internazionali sono sempre più o meno quelle, mentre le risposte sono diverse”. Si indicano faldoni, sfogliano testimonianze e avviano processi di digitalizzazione, all’Archivio Reggio Africa: “Racconta e raccoglie 50 anni di solidarietà e cooperazione; ci dice chi siamo ed è validissimo serbatoio di buone pratiche”. Oltre al nome di Soncini, torna quello di Renzo Bonazzi, sindaco comunista di Reggio Emilia dal 1962 al 1976. Secondo Torcianti, “capire la genesi di quelle scelte e vedere come si sono dispiegate nella loro concretezza e quotidianità può aiutarci ad avere uno sguardo aperto verso il futuro ma anche a rinnovare pratiche che si sono rivelate efficaci e efficienti”.

TORCIANTI: “SAMITO FU ACCOLTO NELLA CASA DI OLGA RICCÒ E REMO FORNACIARI”

Insieme all’impegno politico, a fare la differenza è stata l’amicizia. Come quella tra Soncini e Samora Moises Machel, a capo del Fronte di liberazione del Mozambico (Frelimo), in armi contro i portoghesi dal 1965. A Reggio Emilia fu protetto suo figlio, Samora jr., detto Samito, già orfano della mamma Josina. La stampa di Lisbona all’epoca descriveva i combattenti come “terroristi”. E nel 1969 il fondatore del Frelimo, Eduardo Mondlane, era stato fatto assassinare dai sicari portoghesi. “Samito fu accolto, quattro anni dopo, nella casa di Olga Riccò e Remo Fornaciari” ricorda Torcianti. “Rimase al sicuro e visse un’infanzia piena e felice”. L’anniversario dell’amicizia con Pemba, che si trova nella regione di Cabo Delgado, quella dove cominciò la lotta anti-colonialista, è stato celebrato ieri con una serata nello Spazio Gerra. Parole e musica promosse dal Comune di Reggio Emilia e da Fondazione E-35, realtà di partecipazione pubblica, senza scopo di lucro, impegnata in progetti di cooperazione allo sviluppo. Il titolo dell’incontro è stato ‘Reggio-Mozambico: una storia che guarda al futuro’. A confrontarsi Vincenzo Giardina, giornalista dell’agenzia Dire, e Stefano Cigarini, coordinatore di Fondazione E35 in Mozambico. A moderare Michele Angella, di Tele Reggio, con domande sull’ieri, l’oggi e il domani, comprese le recenti scoperte di idrocarburi al largo di Cabo Delgado e l’inizio di un conflitto armato nell’area che ha costretto centinaia di migliaia di persone a lasciare le proprie case. L’incontro è stato introdotto da Marwa Mahmoud, assessora del Comune di Reggio Emilia a Politiche educative e dialogo interculturale, e da Alessia Ciarrocchi, presidente della Fondazione E35. A seguire la musica della band di Jo Choneca, cantautore, chitarrista e percussionista originario del Mozambico: dal palco ha lanciato appelli alla libertà e alla pace.
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