MANDURIA – “Con l’affermazione dell’intelligenza artificiale, la capacità di tradurre i dati biometrici in elementi interessanti per l’attività di prevenzione è uno dei temi di maggiore interesse. Senza andare sul tema della prevenezione dell’antiterrorismo o della ricerca dei latitanti, stiamo discutendo di questo con il Garante della privacy per immaginare un sistema migliore di controllo nell’accesso agli stadi”.
Lo fa sapere il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, intervistato da Bruno Vespa al ‘Forum in Masseria’, organizzato da Comin e partners a Manduria.
Gli stadi “negli anni si sono trasformanti in importanti piazze di spaccio, soprattutto alcune curve delle città delle principali aree metropolitana. Stiamo ragionando come avere strumenti di lettura intelligente dei dati biometrici da usare in chiave preventiva”, spiega il titolare del Viminale.
Il riconoscimento facciale “già adesso è tecnicamente possibile, e in qualche modo avviene. È il tipo di utilizzo che oggi è molto vincolato solo a determinati tipi di necessità essenzialmente giudiziarie”, aggiunge Piantedosi, che spiega: “Voglio riconoscere valore a quelle che sono le preoccupazioni che a partire dai regolamenti europei ci sono dietro l’utilizzo di questi meccanismi sulla tutela della privacy dei cittadini. Però dovremmo considerare anche qui le grandi opportunità che la tecnologia consente, ovviamente al fine unico della prevenzione dei reati, tenendo presente che dall’altra parte esistono organizzazioni criminali che questo problema non se lo pongono. Lo Stato non si può opporre il problema di avere uno svantaggio competitivo con le organizzazioni criminali”, conclude il titolare del Viminale.
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