MILANO – Nel tardo pomeriggio di oggi, il nucleo sommozzatori del Comando di Milano dei Vigili del fuoco, coadiuvato dagli esperti fluviali e dal nucleo elicotteri, ha recuperato il corpo privo di vita di un uomo nel comune di Pieve Emanuele presso Cascina Canalone.
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Il cadavere, la cui identità è per ora sconosciuta in quanto privo di documenti, era riemerso sul fiume Lambro probabilmente a causa dell’ingrossamento delle acque dopo il maltempo che aveva colpito stamane la provincia di Milano. Al vaglio degli inquirenti le cause dell’annegamento oltre che per risalire alle generalità dell’uomo.
LITE A MILANO COMUNE-REGIONE SU PIOGGE E PIENE
“Regione sta lavorando con serietà e in silenzio, senza il bisogno di aggiornare compulsivamente i cittadini via Facebook o Instagram. Il canale scolmatore di Nord Ovest ha fatto come sempre il suo dovere, alleggerendo la pressione delle acque su Milano: ha portato via 38 mc/sec per alcune ore, contribuendo in maniera decisiva alla protezione della città. Attualmente, tutta la portata del Seveso viene deviata nel Canale”.
Così l’assessore al Territorio di Regione Lombardia, Gianluca Comazzi, replica all’omologo del Comune di Milano, Marco Granelli, che stamane- aggiornando su Instagram sulla forte pioggia in città aveva sottolineato il ruolo della vasca di laminazione del Seveso nell’evitare la tracimazione del fiume in città “settima volta da fine 2023 che l’opera protegge la città dalle piene per per 50 anni l’hanno messa in ginocchio. Attendiamo con ansia che Regione Lombardia realizzi anche le vasche di Senago e Lentate”.
Un affondo che non è passato inosservato. Per Comazzi è stato “importante anche il ruolo delle aree golenali attive a nord del Seveso, che hanno invasato complessivamente tra i 50mila e i 100mila metri cubi d’acqua. A Lentate sul Seveso, in particolare, l’area golenale recentemente completata ha contenuto da sola circa 20mila mc, dimostrandosi efficace nel contenimento della piena. Granelli, invece, continua a ignorare le vere cause dei disagi dovuti agli allagamenti, in primis la scarsa manutenzione ordinaria di tombini e pozzetti. Prima di cercare scuse o colpevoli altrove, sarebbe più produttivo attivarsi per evitare che a ogni precipitazione intensa si presentino gli stessi problemi”.
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