BILLY BIS CIVITAVECCHIA – «Ma stiamo scherzando, Sindaco? E tu, Giannini, cosa combini? Dunque, caro Comune leggo con un misto di sconcerto e ilarità la vostra “rassicurazione” sulla Marina. Ci dite che l’acqua è pulita, che l’Arpa ha dato il via libera, che i parametri sono perfetti e non ci sono contaminazioni fecali (e menomale, direi, che novità!). Poi però, con quella nonchalance tipica di chi annaspa nella burocrazia, ci spiegate che… beh, il divieto resta. Ma state prendendo in giro i cittadini o cosa? Mi spiego: se l’acqua è sanissima, se l’Arpa vi ha dato il benedetto “via libera per i bagnanti”, come potete continuare a tenere in piedi un’ordinanza di divieto? “Ah, è una norma storica, un default, legata a porti e fossi!”, ci rispondete voi, con l’aria di chi ha appena scoperto l’acqua calda. Qui il punto è ancor più grave: non solo ingannate il cittadino, ma generate un dubbio amletico per le forze dell’ordine! Pensateci bene: voi comunicate che si può fare il bagno, ma il cartello di divieto è ancora lì, l’ordinanza di divieto del sindaco e le norme – quelle vere, del Codice della Navigazione e dell’Ordinanza della Capitaneria di Porto, che evidentemente vi sfuggono – impongono il divieto. Cosa dovrebbero fare Carabinieri, Polizia, Guardia Costiera? Applicare la legge che voi snobbate o seguire il vostro “consiglio” non ufficiale? Li mettete in una posizione impossibile! Il vostro è un precedente pericolosissimo! Questa situazione di “acqua pulita ma divieto di default” si ripete in decine di comuni italiani, attorno a fossi, piccoli porticcioli, imbocchi di canali. Se ogni Comune facesse come Civitavecchia, i divieti stabiliti sulla base della delibera della Giunta regionale su indicazione dell’Arpa, ma dalle Leggi dello Stato (Codice della Navigazione) e dalle Ordinanze delle Capitanerie di Porto, andrebbero a scatafascio! Si creerebbe un Far West balneare dove ognuno fa quel che vuole, basandosi su comunicati estemporanei e non su norme revocate ufficialmente. Questo non è “tutelare la salute pubblica e l’immagine del litorale”, caro Assessore. Questo è grave, Giannini, perché è profondamente istigatorio! Voi state, di fatto, istigando i cittadini a fare il bagno in acque che, per legge, sono vietate. E avete pure sbagliato l’indirizzo della fonte del divieto, scaricando sulla Regione un’ordinanza che, in realtà, non revocate. Non solo confusione, ma anche pressappochismo giuridico! Basta con i “forse sì, forse no”. Basta con le mezze misure. Volete il via libera per i bagnanti? Allora fate il vostro dovere e revocate l’ordinanza, tramite le procedure corrette e con gli enti preposti, SUBITO! O forse c’è qualcosa che non ci state dicendo, e l’acqua non è così cristallina come la dipingete? Il dubbio, purtroppo, lo generate voi». |