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Roma

Caso Monteverde, i condomini della bimba: “Non siamo un ‘branco di soggetti pericolosi’”


(DIRE) Roma, 14 lug. – “L’11 luglio scorso si è tenuta un’altra udienza del caso della bambina di Monteverde per decidere o no l’uso della forza per rimuovere gli ostacoli e collocarla in casa famiglia. Per l’ennesima volta temiamo che dell’interesse della bambina non si tenga assolutamente conto, perché’ la tutrice insiste fortemente nel voler adottare questa misura estrema. La tutrice ci ha descritto come gente pericolosa che crea disordini, attaccando anche la madre e questa comunità civile che si è permessa di prendere le parti della stessa. Siamo un condominio di persone normali, professionisti, pensionati, non certo un branco di soggetti pericolosi, siamo le persone che vedono tutti i giorni Stella, cara tutrice, non come lei che l’ha incontrata tre-quattro volte in cinque anni (…). Vogliamo far presente che anche tra di noi ci sono avvocati e psicologi in grado di valutare e vedere che il vero interesse della bimba non è stato attentamente considerato, lei non ha mai tenuto conto delle denunce penali e di quello che Stella ha visto e vissuto”. Inizia così la lettera aperta che il condominio del quartiere romano di Monteverde, diventato ormai famoso per il caso della piccola Stella, ha indirizzato alla tutrice del Tribunale di Roma e alla stampa.

“NOI VEDIAMO STELLA TUTTI I GIORNI E SIAMO TESTIMONI DI MOLTI FATTI”

“Dispiace poi- scrivono ancora- che lei stia considerando esclusivamente le dichiarazioni del padre (…)” e che “derubrica” certi atteggiamenti “a semplice conflitto, senza soffermarsi prudentemente a considerare i racconti che la bambina ha reso a molte persone, medici compresi. Lei non dovrebbe essere la tutrice di Stella? Ha parlato con Stella di tutto ciò? O ha solo letto il parere di una psicologa e ascoltato il padre che in ogni caso è stato rinviato a giudizio? Certo, la soluzione più facile è credere che la madre ha condizionato la bambina, e che noi condomini siamo di parte, manipolati o addirittura pagati dalla madre (…)”, ma “noi la viviamo e vediamo ogni giorno e siamo testimoni di molti fatti (…)”. Motivo per cui si definiscono una “comunità che si stringe solidalmente a protezione di una piccola”.

“NO A STRAPPI LACERANTI, NON È IL BENE PER LA BAMBINA”

E quindi “invece di insistere con uno strappo così lacerante, non si potevano trovare alternative più adatte a una bimba così piccola legatissima alla sua mamma, che riteniamo comunque assolutamente funzionale, accudente ed amorevole? Lei sa bene che Stella ha familiari cui vuole molto bene, per esempio”. “Nel suo ruolo- continuano- non dovrebbe essere ‘super partes’ e perseguire unicamente il bene della bambina? Il bene di Stella è restare a casa sua e non essere costretta con la forza a lasciare tutto per andare in casa famiglia fra persone sconosciute, lontana dalla madre, dalla sua comunità, dai suoi affetti, né può essere una soluzione quello che si è detto in tribunale, ovvero ‘si può sempre fare una prova e mandare la bambina quattro giorni, una settimana in casa famiglia e, se poi sta male i giudici la riportano a casa’. A parte il fatto che storie così non si sono mai sentite e di solito i bambini restano anni in quei posti pur avendo madri amorevoli, posti per i quali un bambino vale 2000-3000 euro al mese. E poi scusate se gridiamo che Stella ‘non é una cavia’. Da cittadini poi riteniamo inaccettabile il corollario genitore violento sospensione/revoca della responsabilità genitoriale ad entrambi… ma che follia è! Non le viene in mente, tutrice, che questa madre, sanissima, amorevole ed educata stia lottando a denti stretti per tutelare la figlia e farla vivere bene?”.

“SIAMO PERSONE RISPETTABILI, FALSO DIRE CHE ABBIAMO CREATO DISORDINI”

“Il condominio di Monteverde- si legge infine nella missiva indirizzata alla tutrice- chiede che Stella non sia forzata a fare nulla né traumatizzata (…). Lo ripetiamo, siamo una comunità semplice di persone rispettabili, professori, casalinghe, pensionati, medici, professionisti, tra noi ci sono anche avvocati e psicologi, non possiamo essere tutti matti (…). E non è vero che abbiamo creato disordini, da cittadini, abbiamo chiesto perché voleva portare via una bambina piccola che abbiamo visto crescere ed essere accudita ed amata dalla mamma e siamo testimoni anche di altre cose. Ma lei, avvocato-tutrice, sceglie di non ascoltare una madre, di non ascoltare una bambina, di non ascoltare una intera comunità, di non leggere pareri medici sulle sindromi gravi che affliggono Stella (…). Perché ha chiesto di fare intrusione con abbattimento ostacoli a mezzo della forza pubblica contro un minore?!! Umanamente ma anche per legge non ci sembra stia curando gli interessi della piccola né della madre né della comunità che tutta inorridisce di fronte a questo e al soggiorno ad una piccola di 5 anni in una casa famiglia (…). Questa comunità, il Condominio di Monteverde, è veramente e profondamente indignata e preoccupata e chiede una profonda riflessione prima che sia troppo tardi. Non fateci perdere ogni fiducia nella giustizia: Stella non ha colpe, lasciatela continuare a vivere nella sua casa e tra i suoi affetti. Tra i suoi affetti ci siamo e ci saremo sempre anche noi tutti”.

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