ROMA – “Dieci giorni fa avevamo chiesto un’intervista al ministro su quanto accadeva al ministero ma ce l’ha negata. Domenica ha accettato l’intervista ma le accuse rivolte al professor Galli Della Loggia erano inaccettabili e abbiamo offerto al ministro di scrivere una lettera che avremmo pubblicato. Lui ha rifiutato. Se cambierà idea siamo pronti a pubblicarla. Il resto è una polemica pretestuosa e senza fondamento. Del resto nell’intervista si nega anche l’evidenza rispetto a quanto sta accadendo nel suo ministero”.
Ecco la replica del Corriere della Sera al ministro Giuli, in merito alle accuse che l’esponente di Governo ha mosso nei confronti del quotidiano.
LA REPLICA DI GALLI DELLA LOGGIA
A cui seguono le parole di Ernesto Galli Della Loggia: “La ‘poltrona di lusso’ di cui fantastica il ministro Giuli, assegnatami un anno fa dal suo predecessore, consiste in un incarico che mi ha tenuto impegnato insieme ad altri due colleghi, e a un manipolo di funzionari del suo e di altri Ministeri nonché ad un incaricato della Presidenza del Consiglio, per non più di alcune mattinate. Incarico notoriamente e rigorosamente – e aggiungo: giustamente – non retribuito. Visto che ne ho l’occasione porto comunque alla conoscenza del Ministro che esso mi è costato centocinquanta- duecento euro di spese di taxi di cui peraltro ho fatto dono volentieri all’amministrazione del mio Paese. Quanto alle delibere prese dalla Commissione a proposito di Boccaccio, Papini, Gentile esse sono state debitamente motivate nel verbale redatto dalla stessa e ovviamente prescindono per intero dal valore dei tre autori. Capisco che al ministro Giuli tali motivazioni non interessino e non ne parli, ma deve farsene una ragione: gli esperti e i giudici eravamo noi, non lui”.
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