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Riserva calda per salvare lavoro e ambiente: la proposta dei lavoratori Minosse

CIVITAVECCHIA – I lavoratori della società Minosse lanciano un grido d’allarme in seguito alla decisione del Governo di mettere l’impianto in riserva fredda. Una scelta che, secondo i rappresentanti sindacali, potrebbe avere gravi conseguenze economiche e occupazionali per il personale impiegato. «Quale che sarà la valutazione degli enti preposti, questa non dovrà avere ripercussioni sulle già fragili condizioni economiche delle famiglie del personale interessato», dichiarano le rappresentanze sindacali di Cgil e Usb Minosse. I sindacati propongono come alternativa una soluzione più sostenibile: «Mantenere la centrale in riserva calda al minimo regime avrebbe un impatto ambientale estremamente ridotto. Al tempo stesso, questa scelta garantirebbe una rapida messa in servizio in caso di necessità e assicurerebbe stabilità alle aziende e, di conseguenza, ai lavoratori». Attualmente, i dipendenti stanno già affrontando un periodo difficile. «Già oggi subiamo un taglio del 42% sugli orari di lavoro a causa della cassa integrazione. Un ulteriore ridimensionamento sarebbe un colpo mortale per le nostre famiglie e per la stabilità aziendale», denunciano i lavoratori. La Minosse, sottolineano, è una realtà operante in regime di mono-contratto e gestisce in esclusiva i Csu (scaricatori continui), mezzi indispensabili per lo scarico del carbone dalle navi. «Se si perde personale specializzato, si rischia di non avere più operatori qualificati in grado di garantire questa attività critica, con gravi ripercussioni sulla logistica e sulla sicurezza degli approvvigionamenti». Da qui l’appello alle istituzioni affinché valutino con la massima attenzione l’impatto sociale delle decisioni assunte sul futuro della centrale. «Chiediamo alle istituzioni di trovare soluzioni che tutelino il lavoro, le competenze e la continuità operativa», ribadiscono i rappresentanti sindacali. Infine, una riflessione sul futuro energetico del sito di Torre Valdaliga Nord: «Un’eventuale proroga di Tvn non deve essere vista come un semplice rinvio, bensì come un’opportunità per consentire ai numerosi progetti in esame presso il Ministero di giungere a compimento. Questo tempo aggiuntivo permetterà di valutare e implementare soluzioni ottimali, garantendo una riconversione efficiente e rispettosa delle esigenze ambientali, economiche e sociali».

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