PALERMO – “Mi auguro tu possa avere sempre la forza di riconoscere le cose buone e quelle cattive, le cose giuste e quelle sbagliate. Spero tu possa accettare il bene che arriva e non aggrapparti al dolore. Vorrei tu smettessi di guardarti vedendo la parte sbagliata, vorrei la smettessi di addossarti in silenzio le colpe che nessuno ti dà, vorrei che ti vedessi come sei e non come ti convinci di essere”. Così Sara Campanella, la studentessa universitaria uccisa il 31 marzo a Messina, scriveva ad un’amica per incoraggiarla a vivere la vita nella piena consapevolezza di sé e dei propri valori.
IL FESTINO E LA LETTERA DI SARA
Il testo del messaggio è stato letto dall’arcivescovo di Palermo, Corrado Lorefice, nella notte del Festino in onore di Santa Rosalia, patrona del capoluogo siciliano. “Vorrei che non perdessi i tuoi sorrisi, quelli felici, quelli che nei momenti belli hanno illuminato le persone che ti circondavano, vorrei che te li portassi dentro nei giorni senza sole, quelli che a te non piacciono per niente e ti rendono un po’ triste, perché quando sei triste hai sempre gli occhi altrove, quasi ad aspettarlo, il sole”, ancora il messaggio della studentessa di Misilmeri all’amica, intitolato ‘A te, che sei il sole in una giornata nuvolosa’.
“SEI SPECIALE”
“Sei speciale e non devi avere paura di esserlo – ancora il testo letto da Lorefice -. Sii sempre te stessa. Scegli la tua strada, combatti per le tue scelte, ci saranno volte in cui perderai la speranza, la forza, i tuoi obiettivi, ma tu manda via le nuvole, ne hai il potere. Riprendi quello che conta, ama ciò che sei, cammina a testa alta, splendi, vola. Immensamente tu…”.
IL PROCESSO PER IL FEMMINICIDIO DI SARA
Il 10 settembre prenderà il via il processo con rito immediato per l’omicidio di Sara Campanella: sul banco degli imputati ci sarà il reo confesso Stefano Argentino.
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