ROMA – “Ti ho sempre dato la mia opinione ma era la tua che contava di più per me. Mi manchi ogni giorno”. Così Donatella Versace ricorda suo fratello Gianni a 28 anni dalla sua morte. Fu assassinato quando aveva solo 50 anni il 15 luglio 1997 nella sua residenza di Miami Beach, Casa Casuarina. Mortali due colpi di pistola che lo raggiunsero proprio davanti l’abitazione. A sparare Andrew Cunanan, un uomo con problemi di tossicodipendenza poi ritrovato morto suicida nella sua camera da letto e che era già ricercato per altri delitti. Il movente non è mai stato chiarito.
Gianni e Donatella, nel post della stilista, appaiono insieme in uno scatto in bianco e nero. I due sono sempre stati legati da un legame profondo e hanno condiviso vita e lavoro. La 70enne ha iniziato come modella per il fratello e poi ha preso le redini della casa di moda. Solo lo scorso marzo ha lasciato la direzione creativa della maison.
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A Vogue, qualche anno fa, Donatella ha raccontato: “La morte di mio fratello è stata così brutale che ho passato anni in stato di shock, senza farmene una ragione. Il nostro rapporto era complice, io ero la sua ombra, vivevamo insieme sul lavoro e nel privato”. E ancora: “Ricordo ancora di quando organizzava queste grandi feste e poi all’improvviso andava via, dicendomi ‘fai tu, io vado a letto’. E io lì, a intrattenere le rockstar che mi chiedevano ‘dov’è Gianni?’. Eh, ora arriva. Per questo, agli inizi, sono stata insicura, mi sentivo gli occhi del mondo addosso, sentivo nell’aria della diffidenza: ero lì, a fare il direttore creativo, non certo perché qualcuno mi aveva promossa, ma perché dovevo sostituire lui”.
Versace ha concluso: “Non mi sento di aver realizzato collezioni bellissime, agli inizi, e a volte, quando guardo vecchie foto, inorridendo, cerco di dare la colpa al mio team creativo. Non è che questo l’avevi fatto tu? Cercavo di seguire la corrente del minimalismo, ma non era il mio stile”.
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