ROMA – La Moldavia è il Paese della ripartenza, anche per l’Italia: non solo per il valore che rappresentano le decine di migliaia di cittadini moldavi presenti nel nostro Paese, ma anche per il ruolo naturale di ponte strategico che quello Stato, stretto tra Ucraina e Romania, può svolgere per le imprese italiane interessate a guardare verso altri Paesi, tra cui anche la Russia.
Un potenziale che sarà pienamente realizzabile “quando finalmente la guerra sarà finita e sarà possibile tornare alla normalità, anche se sofferta”: a parlarne con l’agenzia Dire è Roberto Galanti, console onorario della Repubblica di Moldova in Italia, eletto la scorsa settimana consigliere nazionale della Fenco, la Federazione nazionale dei diplomatici e consoli esteri in Italia.
Una nomina, premette il diplomatico, che consente di far comprendere meglio in cosa consiste il ruolo di console onorario: “Portiamo istanze, proposte e contenuti utili prima di tutto all’ambasciatore nel Paese e poi creiamo le condizioni affinché le imprese, le università e qualsiasi altro soggetto interessato possa lavorare”.
Un esempio, l’organizzazione dell’European double degree for new green skill cooperation project (Int-Coop), un forum dedicato ai temi del turismo sostenibile ed enogastronomico che si terrà dal 26 al 30 ottobre presso l’Università statale di Chisinau e coinvoglierà l’Università degli Studi di Bari Aldo Moro insieme a vari atenei dei Balcani.
“La Moldavia è una terra collinare costellata di vigneti- spiega il console onorario- e Chisinau è ritenuta la ‘capitale mondiale del turismo del vino'”.
Oltre a favorire lo scambio di eccellenze tra imprese italiane e moldave impegnate nell’agribusiness, secondo il console, “si può incoraggiare il turismo, sia quello dei familiari che raggiungono cittadini moldavi residenti in Italia – alla scoperta dei nostri territori – sia quello ‘delle radici’, alimentato dai tanti moldavi che tornano, anche per trascorrere la vecchiaia nel loro Paese, dopo anni di lavoro in Italia”.
Le opportunità di commercio e scambio culturale tra Moldavia e Italia insomma sono tante e diverse; per Galanti, la parola d’ordine resta “informazione”: “Alle imprese- sottolinea il console onorario- vanno illustrate le opportunità che la Moldavia offre, a partire dalle ‘free zone’, ossia zone in cui la tassazione è decisamente ridotta, oppure sul basso costo della manodopera”, una risorsa umana di cui parallelamente, in Italia, “c’è ampiamente bisogno”.
Una cooperazione che si accompagna agli sforzi delle autorità moldave di adattare le proprie normative – in particolare su agricoltura e allevamento – agli standard europei.
Nel 2022 infatti, subito dopo l’offensiva militare russa contro la vicina Ucraina, Chisinau ha fatto domanda di adesione all’Unione europea: “Il futuro della Moldavia può essere solo l’Ue” assicura Galanti, “e non vedo difficoltà, neanche rispetto alla Transnistria”, regione a maggioranza russofona al confine con l’Ucraina, che si considera Repubblica autonoma dal 1990: “Laggiù la convivenza è reale, non forzata” continua il diplomatico, “e da parte della Russia non sussistono ragioni strategiche o geopolitiche per intervenire.
Sicuramente, l’Ucraina va sostenuta, affinché non perda territori, ma anche per permettere il ritorno a casa degli oltre 100mila ucraini calorosamente accolti dai moldavi, nonostante la debolezza economica e la scarsità di strutture adatte all’accoglienza”. Insomma, conclude Galanti, auspicando in una rapida conclusione del conflitto, “la Moldavia ha le carte in regola per essere il Paese della ripartenza, come dimostrano le fiere organizzate ogni mese, e il trampolino di lancio per le nostre aziende nella regione”.
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