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Roma

Montagna, in 50 rifugi domenica torna la misurazione della pressione arteriosa


ROMA – Promuovere la sicurezza in montagna, anche per quanto riguarda la propria salute: è l’obiettivo dell’edizione 2025 della “Giornata della misurazione della pressione arteriosa in quota”, che si terrà domenica 20 luglio sotto l’egida della World Hypertension League, la Lega mondiale contro l’ipertensione arteriosa. Si tratta di una campagna di sensibilizzazione sull’ipertensione arteriosa e sugli effetti cardiovascolari dell’ascesa a quote moderate-alte, promossa da Società italiana dell’ipertensione arteriosa (Siia), Club alpino italiano (Commissione centrale medica), e dalla Società italiana di medicina di Montagna (Simem), sostenuta dall’ Irccs-Istituto Auxologico Italiano di Milano e dall’Università di Milano-Bicocca. Sono più di 50 i rifugi nei quali gli operatori sanitari volontari di Cai, Siia, Simem, Auxologico e Università Milano Bicocca misureranno la pressione raccogliendo anche i dati per fini scientifici e di ricerca. I rifugi e i punti di misurazione sono distribuiti su tutto l’arco alpino e la dorsale appenninica, fino alle isole.L’ipertensione arteriosa, comunemente chiamata pressione alta, è una condizione in cui la forza esercitata dal sangue contro le pareti delle arterie è eccessiva. Questo stato può danneggiare cuore, reni, vasi sanguigni e altri organi vitali, aumentando il rischio di infarto, ictus e insufficienza renale. L’ipertensione arteriosa, detta anche “il killer silenzioso” per la sua frequente asintomaticità, è ancora oggi il principale fattore di rischio per malattie cardiovascolari e morte nel mondo e colpisce circa il 40% della popolazione adulta occidentale, con una frequenza che cresce proporzionatamente all’età. Per prevenire eventi cardiaci e cerebrali spesso fatali o invalidanti, occorre quindi stare attenti alla della pressione in diverse condizioni tra cui le gite in montagna.

Il corpo umano deve adattarsi a cambiamenti significativi di altitudine, soprattutto quando si sale in zone montane. A quote elevate, la pressione atmosferica diminuisce, portando a una riduzione dell’ossigeno disponibile (ipossia). Questo stato può avere effetti diretti e indiretti sulla pressione arteriosa.Studi dell’Auxologico e dell’Università di Milano-Bicocca hanno dimostrato come la pressione arteriosa salga in modo significativo durante esposizione acuta ad alta quota (sopra i 2.500 metri), iniziando a modificarsi anche in caso di salita ad altitudini moderate (attorno ai 1.800-2.000 metri) ed in modo progressivamente più evidente con l’avanzare dell’età. Questo si verifica in persone normali e anche in pazienti già affetti da ipertensione arteriosa, sollevando così il problema di come mantenere la pressione controllata anche quando si salga in quota, per garantire un approccio alla montagna sicuro e privo di rischi per l’apparato cardiovascolare.

In particolare, per chi soffre di ipertensione arteriosa, l’esposizione ad altitudini elevate può comportare potenziali rischi, come un ulteriore aumento della pressione soprattutto in pazienti con un controllo insufficiente della pressione o un maggiore rischio di eventi cardiovascolari, specialmente in individui con patologie sottostanti. Per i pazienti con ipertensione arteriosa che intendono soggiornare o viaggiare in zone ad alta quota, è pertanto fondamentale pianificare con attenzione e adottare misure preventive: consultare il medico per valutare i rischi e, se necessario, adattare il trattamento farmacologico; monitorare la pressione arteriosa utilizzando dispositivi portatili; acclimatarsi gradualmente salendo lentamente in altitudine per consentire al corpo di adattarsi meglio riducendo il rischio di complicazioni.

La campagna di sensibilizzazione e di prevenzione “La Pressione Arteriosa in Montagna”, nata nove anni fa, ha pertanto come scopo promuovere, nelle numerose persone con o senza problemi cardiovascolari che -soprattutto in estate- salgono in montagna, la conoscenza delle reazioni dell’apparato cardiovascolare a quote moderate e alte. A questo scopo sono state individuate postazioni in una cinquantina di rifugi di montagna che hanno deciso di partecipare all’iniziativa, sulle Alpi Italiane, sugli Appennini e in Sicilia dove gli escursionisti potranno ricevere informazioni sul rapporto tra pressione arteriosa e montagna, misurare la propria pressione arteriosa, frequenza cardiaca e saturazione di ossigeno nel sangue, e compilare un breve questionario non solo contribuendo alla ricerca scientifica (in modo anonimo), ma anche verificando in modo semplice e rapido la propria situazione cardiovascolare e la proprio reazione all’esposizione a quote moderate o alte.
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