ROMA – “Sono sconcertato dalla passività e dalla pavidità delle autorità sia europee sia italiane. Alcuni insistono ancora che vada trovata assolutamente una soluzione negoziale. Qui secondo me mostra la corda la politica per quello che è diventata oggi: c’è un misto di considerazioni forse relative a quelli che sono gli interessi ritenuti per il paese, ma ci sono moltissime altre considerazioni che non fanno parte dell’interesse generale per i Paesi i cui capi decidono così. Ad esempio: per avere una vicinanza al mio partito politico e una protezione in alto loco è bene che io abbia sempre rapporti buoni con Trump o a me capo di Governo o di Stato fa piacere che ogni tanto Trump accetti di fare una partita a golf con me, quindi devo tenere buoni rapporti con lui. È un aspetto del degrado che la politica ha assunto in generale e che qui sta diventando particolarmente ributtante”. Lo ha detto Mario Monti, senatore a vita ed ex Presidente del Consiglio ospite a 24 Mattino su Radio 24.
“Premesso che trovo impresentabile l’atteggiamento di sottomissione agli Stati Uniti che viene da molte parti dell’Europa e anche da alcune parti della Commissione Europea, penso che occorrerebbe fare una distinzione: vogliamo non essere accusati da Trump che ha già messo le mani avanti nella sua gentilissima lettera di contromisure sul suo terreno che è quello dei dazi? Per ora asteniamoci da quello, però quello che a me personalmente fa specie è che negli ultimi mesi l’Unione Europea ha preso diverse misure esplicitamente e di proposito a vantaggio delle imprese americane per ingraziarsi il presidente Trump. Vogliamo o no rimuovere quelle misure che oggi risultano un regalo costoso per noi e sdegnosamente respinto da lui? Forse giuridicamente ora sarà difficile smontare questa eccezione americana, però forse si troveranno i modi. Togliamo di mezzo queste gentili concessioni che abbiamo fatto ingenuamente ed erroneamente”.
“Per una personalità come Trump, che applica alla politica internazionale lo schema degli scontri tra ragazzini in un quartiere di periferia, anche il linguaggio conta, lui non può che trarre soddisfazione e proposito ad andare avanti in questa piacevole per lui vessazione degli altri, se noi ci mostriamo anche nel linguaggio sottomessi. Da parte italiana, è stato un errore da parte di Meloni andare in visita alla Casa Bianca e cominciare a mettere sul tavolo impegni. Oggi non so che senso hanno quelli impegni”.
“Occorre certamente da parte dell’Europa una strategia articolate in tre punti: il primo è cambiare linguaggio, cambiare atteggiamento al tavolo dei dazi. Il secondo è un coordinamento, alleanza, con le altre democrazie liberali che vogliono tenere aperti gli scambi internazionali, già il Canada ha manifestato questa esigenza di allineamento con noi. Terzo e ultimo: fare una proposta genuina, in buona fede agli Stati Uniti, sulla materia dell’Antitrust dei colossi digitali, non abbiamo nessuna prevenzione, lavoriamo insieme per arrivare a delle regole comuni e dei principi comuni”.
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