Foto da Facebook
ROMA – “È accaduto un’altra volta. Otto giorni dopo il tentato suicidio di Kafi che abbiamo raccontato nella precedente puntata del Diario, un’altra persona detenuta è stata salvata in extremis dalla morte volontaria nel Braccio G8”. È quanto si legge sul profilo Facebook dell’ex sindaco di Roma ed ex ministro dell’Agricoltura, Gianni Alemanno, giunto al 194esimo giorno di reclusione nel carcere romano di Rebibbia.
“Martedì 8 luglio, ore 9:30. Secondo piano del Braccio G8, Fabio rientrato nella sua cella da 4 persone (dove però sono alloggiati in 6) nota che il suo compagno di cella Flavio è chiuso da tempo in bagno- scrive Alemanno- In queste celle il bagno è un budello di 90 centimetri per 3 metri, in cui c’è il water, il lavandino (ma si cucina anche), e dove si accede attraverso una sottile porta di legno che collega con la cella. Le persone detenute con il loro bricolage hanno costruito un rudimentale chiavistello in legno per poter bloccare queste porte, oltre ad aver oscurato il piccolo spioncino con cui, tanto tempo fa, gli agenti della penitenziaria potevano controllare dal corridoio quello che accadeva nel bagno”.
“Fabio attende ancora qualche minuto, chiama ma nessuno risponde- posegue il racconto di Alemanno- Allora un oscuro presentimento lo spinge a sfondare la porta e irrompere nel bagno, dove trova Flavio privo di sensi, appeso alle sbarre della finestra con un cappio fatto con un lenzuolo. Alle grida di aiuto di Fabio, accorrono dalla cella di fronte Peppe e Nicolò – gli stessi che avevano salvato Kafi – sollevano il corpo, lottano con lo spazio ristretto e, alla fine, con Alessandro riescono a tagliare il cappio stretto al collo”.
“Arrivano il medico del Braccio e l’infermiere d’origine indiana John, stendono il corpo esanime per terra e praticano a turno per diversi minuti il massaggio cardiaco, fino a quando Flavio, sempre incosciente, non ricomincia a respirare- continua Alemanno- Poi, con la solita barella a braccio, lo portano in infermeria e lo lì assistono, fino a quando non arriva l’autoambulanza che porta Flavio in un ospedale esterno al carcere, dove sarà ricoverato in terapia intensiva perché lo strangolamento gli ha procurato anche un infarto”.
“Chi è Flavio? È una persona di 35 anni, malato di cancro al terzo stadio, con diverse metastasi, che non riceve nessuna terapia da tre mesi e mezzo- prosegue Alemanno- A questa tragedia, dicono i compagni di cella, si era aggiunto il dolore per un problema familiare. Ha tutto il corpo coperto di tatuaggi, compresi la faccia e il cranio ormai calvo per la malattia. Ma, nonostante tutto questo, era recluso in un normale reparto carcerario, senza nessuna particolare assistenza. Ora è ancora in ospedale e tutte le persone detenute del Braccio stanno con il fiato sospeso, aspettando sue notizie. Ma l’amministrazione penitenziaria tace: non ha dato notizia alla stampa dei due tentati suicidi, non si è fatta vedere al Braccio con forme particolari d’intervento”.
“Peppe, l’’ussaro’ austro-calabrese protagonista di tutti e due i salvataggi, qualche giorno fa, con i suoi occhi azzurri un poco velati, mi ha detto: ‘Ma ti pare che nessuno ci dice niente, a noi che abbiamo salvato due tentati suicidi? Non dico ringraziarci, perché nessuno ci deve ringraziare per quello che abbiamo fatto. Non dico neppure premiarci, perché salvare una vita umana è già un premio. Ma almeno dirci che si sono accorti che per due volte, proprio noi persone detenute, abbiamo salvato non solo vite umane, ma anche la faccia al carcere?'”, aggiunge Alemanno che poi annuncia: “Fabio Falbo, lo scrivano del Braccio G8, ed io scriveremo di nuovo al Presidente della Repubblica per informarlo di questo secondo tentato suicidio e dell’impegno silenzioso di queste persone detenute, di questi ‘criminali’, che fanno supplenza alle troppe disfunzioni di un carcere sovraffollato. Sempre nella speranza non di una risposta, ma di nuovi interventi istituzionali per ricordare alla Politica il dramma delle carceri sovraffollate”.
“Intanto la politica comincia a muoversi: sabato 12 hanno partecipato al Laboratorio di ‘Nessuno Tocchi Caino’ un nutrito gruppo di parlamentari: Simonetta Matone della Lega, Marco Scurria di Fratelli d’Italia, Maria Elena Boschi di Italia Viva, Benedetto Della Vedova di +Europa, Walter Verini del Partito Democratico, Andrea Orsini di Forza Italia, Valentina Grippo di Azione e Roberto Giachetti di Italia Viva (mancava solo il Movimento 5 Stelle)- si legge ancora nella lettera di Alemanno- Hanno tutti confermato che qualcosa si sta muovendo e forse si riuscirà ad ottenere una convergenza di tutte le forze politiche (tranne i 5 Stelle) sulla proposta di ‘Liberazione anticipata speciale’ lanciata da Giachetti, per trasformarla in un disegno di legge al Senato, sotto l’alta presidenza di Ignazio La Russa (che ha mandato un messaggio al convegno)”.
“Fabio Falbo ed io, oltre a invitare Rita Bernardini (molto provata) a sospendere il suo sciopero della fame per l’emergenza carceraria, abbiamo esibito dei numeri. All’inizio della legislatura il sovraffollamento carcerario era al 107,4%, adesso è arrivato al 133%, se continua con questo ritmo arriverà a fine legislatura al 155%, il record storico- conclude Alemanno- E, visto che il ministro della Giustizia continua a snocciolare proposte del tutto irrealizzabili, se non si trova una convergenza sulla proposta Giachetti, tutto questo non è un’ipotesi, è una certezza”.
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