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Da stasera in tv ‘Il Caso’ con Stefano Nazzi: la prima puntata su Yara Gambirasio


ROMA – “I casi che l’Italia non ha mai dimenticato. Un’indagine giornalistica che ripercorre gli episodi chiave della cronaca nera italiana, tra verità giudiziarie, narrazione mediatica e il modo in cui i media hanno influenzato l’opinione pubblica”. Mercoledì 16 luglio arriva in prima serata alle 21.20 su Rai 3 “Il Caso”, il nuovo programma true crime di Rai Cultura che, in quattro episodi, ripercorre alcune tra le vicende giudiziarie più discusse della storia italiana contemporanea.Condotto dal giornalista Stefano Nazzi, il programma si distingue per un approccio narrativo asciutto, rigoroso e privo di sensazionalismi. Ogni puntata ricostruisce un caso emblematico, non solo dal punto di vista processuale, ma anche analizzando il modo in cui i media hanno cambiato la sua percezione. 

I casi trattati sono quelli di Yara Gambirasio, Samuele Lorenzi, Meredith Kercher e Donato Bilancia. Attraverso immagini d’archivio, testimonianze e il contributo di esperti, tra cui magistrati, criminologi, genetisti forensi e giornalisti, “Il Caso” propone un’analisi critica dei meccanismi che trasformano la cronaca nera in spettacolo. Ogni episodio si sviluppa come un’indagine a ritroso, affidata al racconto di Nazzi, che guida lo spettatore attraverso gli snodi giudiziari, i passaggi chiave delle indagini e le reazioni pubbliche che hanno accompagnato ciascuna vicenda, riflettendo sul modo in cui una società si racconta quando si confronta con i delitti.

Al centro della prima puntata “Il Caso” di Yara Gambirasio. È il 26 novembre 2010. Yara Gambirasio, 13 anni, esce dalla palestra del suo paese, Brembate di Sopra, e scompare nel nulla. Tre mesi dopo, il suo corpo viene ritrovato in un campo a dieci chilometri da casa. L’inchiesta si trasforma in una delle indagini genetiche più imponenti della storia italiana: migliaia di campioni prelevati, una caccia lunga tre anni, fino all’arresto di Massimo Giuseppe Bossetti. Ma il processo, basato in gran parte su una traccia di Dna, lascia interrogativi ancora irrisolti. Un caso che ha segnato la giustizia italiana e il modo di intendere la prova scientifica, tra certezze assolute e dubbi mai dissipati.

Ad accompagnare Stefano Nazzi nell’analisi del caso sono il genetista forense Emiliano Giardina, l’entomologo forense Stefano Vanin e la criminologa e psicologa Flaminia Bolzan.
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