ROMA. – “Il mercato statunitense è particolarmente rilevante per l’economia italiana, che è relativamente più esposta rispetto alla media Ue: gli Usa rappresentano il 22,2% delle vendite italiane extra Ue, mentre la media Ue nel 2024 è del 19,7%”. Lo si legge nel XXIV Rapporto annuale dell’Inps, presentato oggi alla Camera dei deputati.
NEI DISTRETTI SPECIALIZZATI IN EXPORT USA EFFETTI NEGATIVI SU PRODUZIONE E DOMANDA LAVORO
Per l’Istituto “l’introduzione dei dazi può infatti avere effetti molto eterogenei sugli esportatori, e questi possono dipendere da quanto determinati mercati locali sono esposti e dalla tipologia di occupazione che è presente in quei mercati. Se un particolare mercato è contemporaneamente molto esposto al rischio dazi poiché fortemente specializzato nell’export verso gli Usa, e allo stesso tempo la quasi totalità della forza lavoro locale è impiegata nei settori esposti, è possibile che i dazi abbiano un effetto fortemente negativo sia sulla produzione che sulla relativa domanda di lavoro”.
“BISOGNA RAGIONARE SULLA GESTIONE DELLA SPESA PUBBLICA”
Poi un esempio: “Si può ad esempio immaginare che, in uno scenario di dazi imposti per periodi medio lunghi almeno pari al 10% (ovvero notevolmente più elevati rispetto all’aliquota media dell’1,47% precedente al 2 aprile 2025), i mercati locali più esposti potrebbero essere anche quelli con maggiori richieste di ammortizzatori sociali. Conoscere il rischio di esposizione rende possibile preparare il lavoro amministrativo e ragionare su come organizzare la spesa pubblica. Il confronto di dati amministrativi di fonti diverse, accompagnato da una credibile analisi complessa di dati, può portare a benefici chiari nella gestione della spesa pubblica”.
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