ROMA – Emergenza casa. Nel cuore della pianura padana, a Reggio Emilia, nonostante gli appartamenti sfitti siano tanti. Eppure è questo il primo bisogno segnalato da Elisa Nicòli, operatrice della Caritas diocesana locale. La incontriamo nella Locanda San Francesco, una casa-famiglia. “In questo momento”, sottolinea Nicoli, “ci sono una quindicina di persone tra uomini soli e donne con minori, che si trovavano in una difficoltà abitativa”. Nella Locanda è ospitata anche una famiglia giunta dall’Ucraina in guerra. È alloggiata al primo piano, superato l’albero con le foglie di ceramica sulla parete all’ingresso, realizzato dagli studenti di un liceo reggiano. Si parla, con Nicoli, di vita in strada, lotta all’emarginazione, famiglie migranti e bisogno di fiducia: “Le persone e le famiglie non trovano degli sbocchi nel settore privato degli appartamenti nonostante potrebbero farcela, avendo un reddito e un percorso di ricostruzione della propria vita. A Reggio ci sono tantissimi appartamenti sfitti ma c’è un clima di sfiducia verso le persone”. L’accoglienza nella Locanda San Francesco è sostenuta dai fondi dell’8xmille alla Chiesa cattolica: una scelta che, con una semplice firma, permette di moltiplicare i contributi per un mondo più solidale. “Queste opere per persone bisognose hanno costi economici compensati in buona parte dall’8xmille” sottolinea Nicoli. “È fondamentale per noi che si capisca che è importante sostenere opere per persone più fragili nelle nostre città. Poi ci stiamo impegnando anche sul 5xmille per integrare ulteriormente la possibilità di aiutare le persone: è una scelta che va fatta nella dichiarazione dei redditi”.
L’operatrice spiega: “La firma del 5xmille non è alternativa all’8xmille e Caritas la promuove perché è un’aggiunta”. Spunti di riflessione, con dati aggregati anche a livello nazionale, sono stati forniti nei giorni scorso. A Roma è stato infatti presentato il report statistico di Caritas italiana. Sono state quasi 28mila le persone accolte e sostenute dai centri di ascolto e dai servizi della rete Caritas in Italia nel corso del 2024. Un numero in crescita del 3 per cento rispetto al 2023 e del 62,6 per cento rispetto a dieci anni fa (2014). I dati sono stati diffusi alla presenza di monsignor Carlo Roberto Maria Redaelli, presidente di Caritas Italiana, Vanessa Pallucchi, portavoce nazionale Forum Terzo settore, e don Marco Pagniello direttore di Caritas Italiana. I numeri contenuti nel report sono preoccupanti e, allo stesso tempo, significativi poiché colpiscono per la loro ampiezza e per la gravità delle situazioni che rappresentano; le informazioni provengono infatti da 3.341 servizi distribuiti in 204 diocesi pari al 92,7 per cento delle diocesi italiane. La povertà nel nostro Paese, dunque, è peggiorata nell’ultimo decennio e sta cambiando volto. Si tratta di un fenomeno sempre più radicato, cronico e multidimensionale, che colpisce lavoratori, famiglie e anziani. “In Italia sono aumentati i poveri assoluti e crescono i cosiddetti working poor” ha dichiarato ai media vaticani don Pagniello. “Una condizione che interessa anzitutto famiglie con figli, donne e anziani, ossia le categorie più fragili della popolazione. Esistono contesti sociali in cui l’accesso ai diritti fondamentali – sanità, istruzione, lavoro dignitoso, casa – è negato o fortemente ostacolato”.
Un altro segnale è rappresentato dall’aumento delle richieste di aiuto da parte degli anziani, che sono raddoppiati in dieci anni, passando dal 7,7 per cento nel 2015 al 14,3 per cento nel 2024. “Questo ci deve far riflettere – spiega il direttore di Caritas Italiana – e ci deve aiutare a capire che viviamo in un momento che interpella la coscienza collettiva, spingendoci a non rimanere spettatori ma a scegliere, ancora una volta, di stare sulla soglia della storia, abitandone i margini, per trasformarli in luoghi di incontro e di affermazione della giustizia”. Don Pagniello, inoltre, ha evidenziato che “con questo spirito, il Bilancio sociale si inserisce nel cammino sinodale della Chiesa che chiede a tutte le comunità di ascoltare e accompagnare i poveri come fratelli, scrivendo con loro nuove storie di riscatto e affermando, insieme, dignità e diritti”. Secondo il direttore, “la missione di Caritas non si esaurisce, infatti, nell’assistenza immediata o nel sostegno a quei bisogni evidenti che raggiungono i nostri centri di ascolto. Le mense diocesane, gli empori e i numerosi servizi attivati sui territori sono il segno concreto di una carità che si mette al servizio della speranza”. Un particolare ringraziamento, si legge ancora su Vatican News, il direttore di Caritas lo rivolge ai volontari, “tanti uomini e donne che, nel nascondimento, ogni giorno fanno la propria parte soprattutto nel servizio d’accompagnamento delle persone presso i Comuni o i servizi sociali per ottenere qualche aiuto in più e, quindi, credo che questo sia il più grande servizio, perché è quello della prossimità, è quello della fraternità, è quello dell’amicizia sociale che tanto ci sta a cuore, ma penso anche al volontariato dei giovani che noi chiamiamo ad essere protagonisti del presente”.
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