(Adnkronos) – Si è tenuto presso UniCamillus il primo incontro ufficiale dell’Advisory Board dell’Ateneo, costituito lo scorso aprile e composto da Andrea Biondi, Vito Cozzoli, Maria Bianca Farina, Giuseppe Feltrin, Luciana Lamorgese, Gianni Letta e Tiziano Onesti, che affiancano il rettore Gianni Profita per guidare l’Università Medica nello sviluppo di nuove strategie accademiche e scientifiche. In questa occasione, il comitato consultivo ha incontrato esperti provenienti dal mondo accademico e dall’industria tecnologica e biomedicale. Il focus è stato anche il titolo della sessione tematica dell’evento: ‘I nuovi orizzonti dell’IA nella formazione e nella sanità’, uno dei temi più attuali e trasformativi a livello scientifico e sociale. L’evento è stato introdotto dal rettore e dalla docente Donatella Padua, segretaria generale dell’Advisory Board nonché delegata alla Terza Missione. Il dibattito ha visto alternarsi riflessioni teoriche e dimostrazioni pratiche.
Durante il convegno, Massimo Giannessi, ingegnere biomedico e Chief Operating Office di Accurate Srl, azienda italiana leader nella simulazione medica avanzata, ha presentato Involve XR, un’applicazione di realtà virtuale avanzata per la simulazione di casi clinici collaborativi, in cui l’intelligenza artificiale assiste gli specializzandi nella gestione di pazienti virtuali da remoto. Si tratta di uno strumento dalle interessanti prospettive nell’ambito della formazione accademica, considerando che possono partecipare all’ambiente virtuale anche più discenti in contemporanea, esercitandosi così su scenari clinici realistici in un ambiente sicuro e interattivo, migliorando le capacità decisionali e il lavoro di squadra.
Stefano Signoretti, docente di Neurochirurgia presso UniCamillus e direttore Uoc Neurochirurgia Asl Roma 2, ha mostrato invece l’impiego di strumenti di Ia in neurochirurgia, capaci di rivoluzionare la visione radiologica del cervello e i conseguenti interventi chirurgici su di esso, diventando nel contempo strumenti didattici di eccezionale valore. Una di queste tecnologie è la Neuronavigazione che, usando algoritmi di intelligenza artificiale, aiuta a pianificare il percorso preciso per raggiungere la zona del cervello da operare, selezionando le aree su cui intervenire ed evitando di danneggiare importanti strutture nervose. Durante l’intervento, il chirurgo può vedere in tempo reale i suoi movimenti all’interno del cervello: in questo modo, è possibile rimuovere lesioni profonde in modo più sicuro, riducendo non solo il margine d’errore ma anche i tempi di degenza e i tassi di complicanza.
La seconda applicazione dell’Ia riguarda la ricostruzione 3D dei fasci di fibre nervose attraverso la rielaborazione dei dati grezzi delle immagini di RM ottenute con tecnica Dwi-Dti: questa funzione viene denominata Fibertracking. Il Fibertracking System è una tecnologia innovativa basata su Ia, che crea immagini molto dettagliate delle fibre nervose all’interno del cervello, mostrando le connessioni tra diverse aree cerebrali, generando immagini che non si possono ottenere con le tecniche tradizionali. Questa nuova visione può cambiare radicalmente il modo in cui si studia il cervello, migliorando nettamente la formazione degli studenti. L’unione di queste applicazioni permette di ottenere una particolare navigazione Ia dei fasci di fibre generati, che verranno proiettati in realtà aumentata nel campo operatorio. Durante la navigazione, sarà quindi possibile distinguere nettamente le fibre nervose da risparmiare e le lesioni da trattare.
Con l’avvento di questi strumenti di Ia in campo neurochirurgico, sia la formazione che la pratica clinica realizzano un notevole salto di qualità. Infatti, è possibile non solo formare gli studenti in modo più completo e partecipativo, ma si può anche operare il paziente con eccellente precisione, pianificando il tutto in modalità prima virtuale e poi reale, prevedendo eventuali risultati e, quindi, permettendo di decidere se e come operare, risparmiando così tempo e risorse preziose.
Giada Bernardini, ingegnere biomedico nonché Strategic Account Manager di Siemens Healthineers, ha illustrato l’evoluzione dell’Ia nella diagnostica per immagini, aiutando i medici a individuare precocemente patologie anche molto difficili da rilevare, come piccoli noduli mammari e polmonari spesso invisibili a occhio nudo. Si tratta di un tema di grande rilevanza, considerando che, nel 2023, in Italia si sono verificati 55.900 nuovi casi di tumore alla mammella, di cui il 6-7 % è già metastatico alla prima diagnosi. In Europa, questa forma di cancro ha provocato 370.000 decessi tra il 1989 e il 2025. L’Ia, invece, potrebbe arrivare a rilevare anche degli addensamenti minimi a livello mammario, favorendo una diagnosi precoce e una guarigione molto più probabile. Lo stesso vale per il tumore al polmone, che nel 2020 ha provocato ben 5.000 decessi in tutto il mondo. Nel 55% dei casi, i malati di carcinoma polmonare sviluppano metastasi, e il tasso di sopravvivenza a 5 anni è del 6% per i pazienti che si trovano al IV stadio della malattia. Gli strumenti diagnostici dotati di Ia potrebbero individuare la malattia già al I stadio, portando il tasso di sopravvivenza a 5 anni al 90%.
Questi dati sono eloquenti di quanto queste tecnologie possano non solo migliorare la qualità di vita, ma anche preservare la sopravvivenza dei pazienti. Bernardini ha inoltre presentato il concetto di Digital Twin, un modello digitale personalizzato di un organo: questo gemello digitale consente di prevedere l’evoluzione di una patologia e testare trattamenti su misura senza alcun rischio. Al momento, i prototipi sono stati ideati principalmente per cuore, fegato e cervello, ma l’obiettivo è replicare ogni singolo elemento anatomico in modo totalmente personalizzato.
Ha concluso la serie di presentazioni Andrea Romigi, docente di Neurologia presso UniCamillus e direttore del Centro di Medicina del Sonno presso l’Irccs Neuromed di II livello, che durante l’incontro ha portato l’esperienza concreta dell’uso dell’Ia nelle revisioni sistematiche tramite piattaforme come Rayyan, Elicit e Consensus, già integrate nella didattica universitaria. Le revisioni sistematiche sono analisi che raccolgono e confrontano i risultati di più studi scientifici su un determinato tema, per trarre conclusioni basate su evidenze sperimentali. Rayyan è una piattaforma pensata per selezionare, organizzare e analizzare manualmente grandi quantità di articoli scientifici, ideale per chi deve gestire la revisione in modo collaborativo, anche offline. Elicit invece automatizza diverse fasi delle revisioni sistematiche, come la ricerca, l’estrazione dei dati e la sintesi delle informazioni, velocizzando così il lavoro dei ricercatori. Infine, Consensus è un motore di ricerca basato sull’intelligenza artificiale che fornisce risposte sintetiche e rapide da studi scientifici, facilitando il reperimento di informazioni specifiche.
Queste piattaforme aiutano la formazione degli studenti e degli specializzandi, rendendo più rapide e precise le attività di ricerca, facilitando l’analisi critica della letteratura scientifica e permettendo un accesso immediato a informazioni aggiornate e affidabili. La ricerca, infatti, è fondamentale per gli studenti perché stimola il pensiero critico, permette di aggiornarsi costantemente sulle nuove scoperte e di sviluppare competenze indispensabili per una professione medica che sia davvero consapevole.
“L’Intelligenza Artificiale – ha affermato il rettore Profita – avrà un impatto sempre più profondo non solo sull’organizzazione di un’università medica, ma anche sul modo in cui insegniamo, facciamo ricerca e pratichiamo la clinica: è fondamentale insegnare ai nostri studenti a saperla usare, a comprenderla, ad avvalersene in modo critico. Vogliamo investire davvero in questa direzione. Cominciamo oggi a riflettere insieme su queste potenzialità, e vi invito a farlo con la curiosità e l’entusiasmo di chi guarda al futuro con occhi nuovi. Insieme alla professoressa Padua abbiamo pensato a una serie di spunti su cui confrontarci, grazie anche alla presenza di questi ospiti straordinari”.
“L’Ia svolge un ruolo di rilievo crescente – ha dichiarato Padua – nella formazione del medico e del professionista sanitario, trasformando radicalmente contenuti, metodi didattici e valori. In alcuni casi si tratta di una vera e propria rivoluzione formativa che si trasla nella professione medica, a vantaggio di nuovi approcci di cura personalizzata, di precisione, di prevenzione per migliorare la salute delle persone. Serve una nuova consapevolezza, etica e critica, per guidare l’uso responsabile di queste tecnologie nei percorsi accademici e clinici”.
Per la segretaria generale dell’Advsory Board di UniCamillus, sono tre le dimensioni in cui l’Ia entra nei percorsi formativi: quella delle competenze, con percorsi curriculari che integrano medicina, data science e ingegneria; il settore delle modalità didattiche, come la simulazione virtuale o l’apprendimento personalizzato; l’etica, con attenzione a privacy, bias, uso corretto dei LLMs (Large Language Models) e alla riduzione dei divari globali tra Paesi Ia-intensive e Paesi a basso accesso digitale.
Dalle riflessioni emerse durante gli interventi degli esperti, l’Advisory Board di UniCamillus ha tratto spunti rilevanti per orientare, con propositività e competenza, il futuro dell’Ateneo.
Composto da figure di spicco del mondo medico, giuridico, economico e istituzionale, l’Advisory Board di UniCamillus è nato infatti per offrire orientamento strategico e multidisciplinare: Andrea Biondi, riferimento internazionale in pediatria e ricerca oncologica; Vito Cozzoli, giurista e manager con esperienza nelle istituzioni e nelle politiche pubbliche; Maria Bianca Farina, figura di primo piano nel mondo assicurativo e finanziario; Giuseppe Feltrin, cardiochirurgo e direttore del Centro Nazionale Trapianti; Luciana Lamorgese, già ministro dell’Interno e consigliere di Stato; Gianni Letta, uomo delle istituzioni con lunga esperienza governativa; Tiziano Onesti, economista e presidente di importanti realtà ospedaliere e industriali.
Con le loro competenze, tali figure di rilievo sul panorama nazionale e internazionale rappresentano un patrimonio prezioso per l’Ateneo.