ROMA – I droni armati che l’esercito israeliano usa a Gaza rilasciano missili riempiti con chiodi: è quanto riferiscono fonti ospedaliere all’emittente Al Jazeera. Medici e chirurghi stanno infatti ricevendo sempre più pazienti feriti nei bombardamenti, con lesioni interne da schegge e chiodi che causano emorragie difficili da fermare, causando “la maggior parte dei decessi”.
L’emittente del Qatar continua riferendo che nell’ultimo mese l’impiego di questi droni, in particolare contro grandi masse di persone “nei mercati, in coda per l’acqua o in una mensa comunitaria per ritirare il cibo”, stanno aumentando.
L’esercito israeliano nega l’accusa di prendere di mira i civili, sostenendo che i raid sono calcolati per non coinvolgere la popolazione ma colpire solo obiettivi di Hamas. Nel frattempo, il bilancio delle vittime dall’alba di oggi sale a venticinque, di cui cinque in cerca di aiuti presso i punti di distribuzione israelo-statunitensi (Ghf), portando quello complessivo dal 7 ottobre 2023 a oltre 58.700 vittime, come riporta il ministero della Salute di Gaza. Stime diffuse dall’esercito israeliano a fine maggio per individuare la popolazione beneficiaria degli aiuti dell’azienda Gaza humanitarian foundation, indicano tuttavia che tra le 84mila e le 350mila persone mancherebbero all’appello.
È salito inoltre a tre il numero delle persone uccise nell’attacco di ieri alla parrocchia Sacra famiglia di Gaza, che l’esercito ha definito “un errore”. Dieci i feriti, tra cui anche il parroco padre Gabriel Romanelli, un nome divenuto noto sulla stampa per vie delle telefonate di solidarietà che riceveva ogni giorno da parte di Papa Francesco, scomparso il 21 aprile scorso.
In una nota congiunta, i Patriarchi e Capi delle Chiese di Gerusalemme – in visita stamani a Gaza per portare vicinanza e aiuti alla popolazione locale – hanno fermamente condannato tale raid affermando: “I luoghi di culto sono spazi sacri che devono essere protetti. Sono inoltre protetti dal diritto internazionale. Prendere di mira una chiesa che ospita circa 600 rifugiati, tra cui bambini con bisogni speciali, è una violazione di queste leggi. È anche un affronto alla dignità umana, un calpestamento della sacralità della vita umana e una profanazione di un luogo sacro. In un’unità incrollabile, denunciamo fermamente questo crimine”.
L’APPELLO AL CESSATE IL FUOCO
Nel comunicato rilanciato dall’agenzia Dir, i Patriarchi e Capi delle Chiese di Gerusalemme fanno appello alla comunità internazionale “affinché si adoperi per un cessate il fuoco immediato a Gaza che ponga fine a questa guerra. Li imploriamo inoltre di garantire la protezione di tutti i siti religiosi e umanitari e di provvedere al sollievo delle masse affamate in tutta la Striscia di Gaza. Le nostre preghiere e il nostro sostegno – conclude la dichiarazione – rimangono costanti, invocando giustizia, pace e la cessazione delle sofferenze che si sono abbattute sul popolo di Gaza”.
Appelli analoghi a quelli lanciati da Caritas Internationalis, che ribadisce anche l’appello di Papa Leone XIV che ha a sua volta invocato “il cessate il fuoco immediato”.
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