ROMA – Dopo oltre vent’anni di scarpe tolte e flaconi mignon, qualcosa si muove nelle eterne file dei controlli di sicurezza degli aeroporti americani. Mentre in Italia non sarà più necessario mostrare i documenti d’identità ai gate, la La Transportation Security Administration (TSA) ha finalmente eliminato l’obbligo, introdotto dopo l’11 settembre, di togliersi le scarpe ai varchi di sicurezza. Ma potrebbe non essere l’unica misura a cadere: anche il tanto odiato limite sui liquidi è sotto esame.Lo ha lasciato intendere Kristi Noem, Segretario alla Sicurezza Interna, durante un evento a Washington: “Il prossimo annuncio potrebbe riguardare proprio la dimensione dei liquidi consentiti”. Parole che alimentano le speranze di milioni di viaggiatori stufi di buttare bottigliette d’acqua o impacchettare shampoo formato bonsai.La famigerata regola dei 100 millilitri di liquidi in un sacchetto trasparente è in vigore dal 2006, quando un complotto terroristico sventato a Londra convinse le autorità a vietare (quasi) tutto ciò che si potesse versare in un bicchiere. Ma nel frattempo la tecnologia ha fatto passi avanti: scanner TAC in grado di rilevare esplosivi liquidi sono già in funzione in alcuni aeroporti, anche se la copertura è ancora parziale.“Gli aeroporti più piccoli non ne sono dotati”, spiega Caleb Harmon-Marshall, ex funzionario TSA. “Fino a quando tutti non avranno queste macchine, l’abolizione della regola resterà una chimera”. Secondo la TSA, il completamento dell’infrastruttura potrebbe slittare addirittura al 2040.Ma in Europa qualcuno ha già rotto il tabù: Edimburgo e Birmingham consentono fino a due litri di liquidi nel bagaglio a mano. Altri scali britannici stanno aggiornando le norme in base alla tecnologia disponibile, lasciando i flaconi dentro le valigie.
Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo https://www.dire.it