ROMA – Per anni furono inseparabili. Donald Trump lo definiva “un tipo fantastico”, Jeffrey Epstein lo considerava il suo “miglior amico”. Condividevano feste, donne e una certa disinvoltura morale. Poi qualcosa si ruppe: una lite per una villa in Florida, una condanna per abusi sessuali su minori, e Trump che improvvisamente “non era un fan”.
Ora, mentre Epstein tormenta il Presidente degli Stati Uniti come un fantasma dal passato, e i suoi ex amici tentano goffe acrobazie di negazione, la “bromance” Trump-Epstein torna al centro del dibattito americano come il romanzo di un’epoca.Era il 2002 quando Trump diceva al New York Magazine: “Conosco Jeff da 15 anni. Un ragazzo fantastico. Molto divertente. Gli piacciono le belle donne tanto quanto a me… e molte sono giovani”. All’epoca una battuta, oggi un’autodenuncia.Negli anni ’90 e primi 2000, i due erano spesso insieme: Mar-a-Lago, eventi di moda, feste con modelle. In un video del 1992, Trump ed Epstein ridono, chiacchierano e indicano donne in pista da ballo. In un’altra occasione, Trump si fa accompagnare da Epstein alla Trump Tower con la modella Stacey Williams, che in seguito racconterà al Guardian di essere stata palpeggiata da Trump sotto gli occhi compiaciuti dell’amico.Foto, lettere (incluso il biglietto di auguri per il 50° compleanno di Epstein per il quale ora Trump chiede 10 miliardi di dollari al Wall Street Journal), eventi pubblici. E poi, naturalmente, Ghislaine Maxwell. Trump fu fotografato con lei ed Epstein nel 2000 e, quando Maxwell fu condannata nel 2022 per traffico sessuale di minori, il presidente commentò: “Le auguro il meglio”.Quando Epstein fu condannato per la prima volta nel 2008, Trump si defilò. E nel 2019, all’arresto per traffico di minori, tentò il colpo di spugna: “Lo conoscevo, come lo conoscevano tutti a Palm Beach. Non parliamo da 15 anni”. Peccato che le immagini e le testimonianze raccontino altro. Compresa quella di Epstein stesso, che in un audio pubblicato da Michael Wolff nel podcast Fire and Fury lo definiva “il miglior amico per 10 anni”, raccontando dettagli piccanti sulla relazione di Trump con Melania, che secondo Epstein sarebbe cominciata sul suo aereo privato.Trump ha bollato queste ricostruzioni come “menzogne della sinistra” e “fake news orchestrate dalla campagna Harris”. Trump, rieletto nel 2024 promettendo “trasparenza totale”, si ritrova incastrato in una vicenda che paradossalmente lo sta danneggiando politicamente molto di più della questione ucraina o dei dazi. Trump ora invoca desecretazione delle carte processuali che lo riguardano, ma non tutte. Mentre la sua base più dura teme che in quei file ci sia davvero anche il Presidente. E che Trump ora stia proteggendo il “deep state”, qualsiasi cosa esso sia. La risposta sui social di Trump è sempre la stessa: “Questa è solo una stronzata messa in giro da Democratici disperati e da deboli nella mia stessa base. Se volete parlare solo di Epstein, non ho più bisogno del vostro supporto!”.Per decenni Trump ha cavalcato lo scandalo senza esserne travolto. Ma stavolta il fango sembra appiccicarglisi addosso. Trump pensava di aver archiviato Epstein con un “non lo conosco”. Ma in politica – e su Internet – il passato, pur rinnegato non si cancella. Si ripresenta, funziona per reflusso, magari col volto di un video del ‘92, una foto a Mar-a-Lago o un biglietto d’auguri indecente.
Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo https://www.dire.it
