ROMA – Maria Rosaria Boccia rischia di finire a processo. La Procura di Roma ha notificato all’imprenditrice l’atto di chiusura delle indagini sui fatti che l’hanno legata all’ex ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano. Una prassi che solitamente precede il rinvio a giudizio.
Boccia è accusata di stalking, lesioni, interferenze illecite nella vita privata e diffamazione ai danni del giornalista, ora inviato Rai, che risulta parte lesa così come la moglie – Federica Corsini – e l’ex capo di gabinetto del dicastero, Francesco Gilioli. All’imprenditrice è, inoltre, contestato il reato di false dichiarazioni nel curriculum redatto per l’organizzazione di eventi.
L’inchiesta, aperta l’estate scorsa, copre un arco temporale di quasi un anno e punta il dito sulle condotte che Boccia avrebbe messo in atto, delineando – come scrive La Repubblica – “un quadro di pressioni psicologiche, controllo ossessivo e tentativi di condizionamento della vita pubblica e privata di Sangiuliano”.
Comportamenti che avrebbero generato nell’ex ministro “uno stato di ansia, paura e stress prolungato, costringendolo a modificare le proprie abitudini di vita, a limitare la presenza in eventi pubblici e a rassegnare le dimissioni da ministro”. Tra i vari episodi, l’accesso non autorizzato al cellulare personale di Sangiuliano, la sottrazione della fede nuziale, la pubblicazione sui social di immagini private senza consenso e infine la ferita alla testa che ha costretto il 63enne di Napoli a portare un vistoso cerotto.
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