di Nicola Mente e Marco Sacchetti
MILANO – “Le mie mani sono pulite”: con queste parole il sindaco di Milano Giuseppe Sala ha aperto il suo intervento in Consiglio comunale, durante la seduta dedicata al caso urbanistica che lo vede indagato. “Tutto ciò che ho fatto nell’arco delle due sindacature, di cui ho avuto onere e onore, si è sempre esclusivamente basato sull’interesse dei cittadini e delle cittadine”, ha rivendicato Sala davanti all’aula.
Il primo cittadino ha poi sottolineato: “Non esiste una singola azione che possa essere attribuita a mio vantaggio”. Una difesa netta, in una giornata cruciale per l’amministrazione milanese.
SALA: “LA GIUSTIZIA NON SI DISCUTE, MA PERCHÉ NESSUN AVVISO A ME?”
“Non è questa la sede in cui discutere la giustizia”, ha detto Beppe Sala, nel suo giorno più lungo in aula a Milano dopo l’esplosione dell’inchiesta sull’urbanistica. “Anzi, non ci sono sedi in cui discuterla”. Tuttavia il primo cittadino non rinuncia a una domanda ai magistrati, ai quali continua a contestare comunicazioni ai media in assenza ancora oggi di atti a suo carico sotto forma di un’informazione di garanzia.
“Se, come leggo dai giornali, non era necessario notificarmi nulla non essendo state svolte attività di indagine, mi domando allora perché divulgare ai media indagini riservate” improvvisamente diventate “pubbliche”. Su questo passaggio il sindaco ha incassato applausi dall’aula.
TANCREDI IN AULA, ABBRACCI E STRETTE DI MANO DAGLI ASSESSORI
Entra tra strette di mano e abbracci Giancarlo Tancredi, assessore alla Rigenerazione urbana di Milano, nel mirino della Procura per il nuovo filone d’inchiesta sull’urbanistica. Per lui i magistrati hanno chiesto i domiciliari, ma il clima in consiglio comunale appare tutt’altro che teso.
All’arrivo in aula, Tancredi è stato salutato calorosamente dai colleghi di giunta, mentre si attende l’intervento del sindaco Giuseppe Sala, che dovrà chiarire la propria posizione dopo l’iscrizione nel registro degli indagati.
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