BOLOGNA – Dai secolari castagneti ai gelsi per l’alimentazione dei bachi da seta, dai maestosi alberi di cipresso e roverella agli olivi sopravvissuti alla piccola glaciazione di inizio 1700, dai patriarchi frutticoli come i grandi peri (sotto la cui chioma si riparavano un tempo gli ovini al pascolo) agli antichissimi meleti di rosa romana dell’Appennino, e molto altro ancora. Sono sono alcune delle moltissime piante secolari di origine spontanea, forestale o agricola che si trovano poco lontano da Bologna nelle aree protette del Corno alle Scale, dei Laghi Suviana e Brasimone, di Monte Sole, dell’Abbazia di Monteveglio, dei Gessi Bolognesi e Calanchi dell’Abbadessa, del Contrafforte Pliocenico. Un vero e proprio “patrimonio naturale vivente, testimone di epoche passate, e delle relative trasformazioni agricole e forestali, che merita di essere puntualmente censito, conservato e valorizzato per il suo indiscutibile valore scientifico, ecologico, paesaggistico, turistico e culturale”, spiega l’Ente bolognese per i Parchi e la biodiversità.
Ma quanti sono questi alberi storici o di pregio? Per saperlo l’Ente ha promosso un progetto per censirli in modo capillare su una superfice di oltre 21.000 ettari. Il che presuppone una conoscenza approfondita del territorio e un considerevole numero di rilevatori. Per questo, il progetto si basa sui principi della “Citizen Science” che prevede il coinvolgimento dei cittadini e dei possibili portatori d’interesse, in particolare delle associazioni che hanno a cuore il tema ambientale e ben conoscono il proprio territorio.E la ‘chiamata’ dell’Ente bolognese per i Parchi e la biodiversità non è rimasta senza risposta: in un incontro nella sede del Parco di Monte Sole hanno assicurato il loro supporto operativo al progetto e alla rilevazione in campo i Carabinieri Forestali, le Guardie ecologiche volontarie bolognesi, le sezioni del Club alpino italiano (Cai, le Proloco aderenti all’Unpli (Unione delle Pro loco), il Wwf.
“Il nostro invito ad una collaborazione volontaria per censire le piante delle aree protette ha avuto un riscontro inaspettato. Tante associazioni disponibili, tanti volontari e la gradita sorpresa dell’autorevole supporto dei Carabinieri forestali. Ciò sta ad indicare che il patrimonio di alberi storici e arbusti di pregio che vogliamo salvaguardare e valorizzare è un obiettivo comune, anzi, di più, è un bene comune. Ci dice anche che la strada maestra per gestire efficacemente le aree protette e la biodiversità è, tutte le volte che è possibile, il coinvolgimento attivo, propositivo e diretto del volontariato, delle associazioni no profit e, più in generale, dei cittadini nei progetti e nelle esperienze concrete. Per questo, nel ringraziare associazioni e volontari aderenti, invito i singoli cittadini interessati a collaborare al progetto a contattare l’Ente Parchi”, afferma il presidente Tiberio Rabboni.
Chi fosse interessato può consultare la sezione nel sito dell’Ente dove si trova copia del progetto, la scheda di rilevamento e la mappa su cui riportare le segnalazioni. Dopo una prima fase di raccolta dati, una commissione di esperti analizzerà le schede per eventuali integrazioni e validazione finale. Concluso il censimento si procederà ad individuare gli interventi più opportuni e fattibili di conservazione e valorizzazione.
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