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Caso Garlasco, impronta 33 non entra in incidente probatorio

(Adnkronos) – Le impronte, lasciate sui resti di spazzatura, trovati nella villetta di Garlasco entrano nell’incidente probatorio disposto dalla gip del tribunale di Pavia, Daniela Garlaschelli. In contraddittorio tra le parti il perito dattiloscopista Domenico Marchigiani esaminerà anche le impronte repertate allora dai Ris di Parma con fogli di acetato, ma non la ‘traccia 33’ repertata sul muro delle scale in cui è stata trovata morta Chiara Poggi la mattina del 13 agosto 2007. Una decisione ampiamente attesa, che non placa però le polemiche sulla ormai celebre impronta palmare che la procura di Pavia attribuisce per 15 minuzie ad Andrea Sempio, ma che secondo le consulenze depositate dalla difesa e dai legali della famiglia Poggi non sarebbe stata lasciata dall’amico del fratello della vittima, oggi indagato per omicidio in concorso. 

“Il Codice prevede che la procura debba fare delle indagini anche nell’interesse dell’indagato. La procura di Pavia le ha estese anche nell’interesse del condannato, ma non accoglie le richieste della persona offesa”, ha detto al termine dell’udienza il legale della famiglia Poggi, Gian Luigi Tizzoni, che con un’istanza aveva chiesto alla procura l’estensione dell’incidente probatorio alla “valutazione dell’impronta 33, per vedere se c’erano le minuzie sufficienti per attribuirla a Sempio”. “Non l’hanno concessa e il giudice non la può concedere in assenza dell’ok della procura. Dicono che noi abbiamo paura della verità e si oppongono a un accertamento quando viene demandato a un giudice terzo”, ha osservato l’avvocato, lasciando il tribunale. 

“Io credo che questa procura proceda nell’interesse della giustizia”, la replica a distanza dell’avvocato Giada Bocellari, uno dei legali di Alberto Stasi, l’allora fidanzato di Chiara Poggi, condannato in via definitiva a 16 anni per l’omicidio della 26enne. Non aver esteso l’incidente probatorio anche all’impronta 33 “dal punto di vista procedurale è assolutamente corretto, perché è un accertamento ripetibile”, ha detto l’avvocato Bocellari, sottolineando che “la differenza sostanziale tra gli accertamenti sugli acetati e la ’33’ è che i primi erano già oggetto dell’incidente probatorio sulla parte genetica, mentre la ’33’ no. In fase di indagini preliminari non dobbiamo anticipare il processo e fare tutto quello che si può fare”.  

C’è fiducia anche nella difesa di Stasi. “Siamo contenti degli ulteriori accertamenti”, ha detto l’avvocato Antonio De Rensis. “Quando un’indagine dà molte cose per scontate, è pericolosa. Qui invece non si dà per scontato niente, si va a vedere tutto. L’indagine della procura di Pavia è molto seria, a 360 gradi, fatta nel rispetto di tutte le parti e con la massima attenzione alla procedura”, ha aggiunto il legale, secondo cui la nuova inchiesta sul delitto di Garlasco rappresenta “una speranza per tutti i cittadini. Credo che questo sia un messaggio che deve fare avere fiducia nella giustizia, comunque finisca”.  

Stessa posizione della difesa dell’attuale indagato, Andrea Sempio. “Per una volta noi e la procura eravamo d’accordo”, ha detto l’avvocato Angela Taccia, ribadendo che “noi non chiediamo, non abbiamo mai chiesto e non abbiamo intenzione di chiedere l’incidente probatorio sull’impronta 33. È un’attività ripetibile, che comunque non richiederebbe neanche più di sessanta giorni come accertamento in un eventuale futuro dibattimento. Non vedo perché anticipare tutto, perché altrimenti non si tratta più di incidente probatorio ma di dibattimento”. 

La difesa di Sempio in aula si è, invece, opposta all’estensione dell’incidente probatorio all’esaltazione delle impronte rilevate sull’etichetta dell’Estathé e sui sacchetti della spazzatura, dei biscotti e dei cereali, perché – secondo i legali dell’indagato – “manca il presupposto di un corretto sequestro” di questi resti, rimasti nella villetta dei Poggi otto mesi dopo l’omicidio e analizzati per la prima volta solo il mese scorso. Gli esami, condotti dal perito Denise Albani nell’ambito dell’incidente probatorio, hanno rilevato tracce biologiche della vittima e del condannato. “Nei confronti del mio assistito – ha ricordato Taccia – non è apparso niente, però evidentemente, anche per sicurezza, dato che siamo già in ballo, la gip vuole fare tutti gli accertamenti possibili”. Test che, in attesa della prossima udienza, fissata per il 24 ottobre, Sempio attende “con la serenità dell’innocenza”, ha concluso il suo legale.  

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