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Il Senato approva all’unanimità il Ddl che introduce il reato di femminicidio: cosa prevede


Maria Carmela Fiumanò, Giusy Mercadante e Vittorio Di Mambro Rossetti

ROMA – Con 161 voti a favore, zero contrari e nessun astenuto, il Senato ha approvato all’unanimità il ddl che introduce il nuovo reato di femminicidio. Ora il testo passa alla Camera per l’approvazione definitiva. Il risultato è stato accolto da un lungo applauso in Aula.

Con il testo del ddl, presentato dal ministro della Giustizia e varato dal Consiglio dei Ministri lo scorso marzo, viene aggiunto l’articolo 577 bis al codice penale che disciplina il femminicidio come reato autonomo e punisce con l’ergastolo chiunque uccida una donna, “commettendo il fatto come atto di discriminazione o di odio verso la vittima in quanto donna, ovvero qualora il fatto di reato sia volto a reprimere l’esercizio dei diritti, delle libertà ovvero della personalità della donna”. Sono previste, inoltre, aggravanti e aumenti di pena per i reati di maltrattamenti personali, stalking, violenza sessuale e revenge porn. Vengono rafforzate le iniziative formative sui temi del contrasto alla violenza domestica e sulle donne e le tutele per i figli orfani di femminicidio.

ROCCELLA: “DARE NOME A FENOMENO AIUTA A COMBATTERLO”

“La storia d’Italia ci ha insegnato che dare un nome ai fenomeni, descriverne i caratteri, dotarsi di strumenti per contrastarli, è importante non solo per la trattazione dei singoli casi ma anche perché le leggi fanno parte della cultura di una Nazione e contribuiscono a formarla”. Lo dichiara Eugenia Roccella, ministra per la Famiglia, la Natalità e le Pari opportunità.

“Oggi il Senato, dopo un lavoro approfondito in Commissione Giustizia – prosegue Roccella -, ha scritto una pagina importante nella lotta alla violenza contro le donne, e sono felice che lo abbia fatto all’unanimità. Tipizzare il reato di femminicidio non significa certo usare sociologicamente il diritto penale o creare una classifica di gravità degli omicidi in base al genere della persona uccisa. Significa riconoscere la specificità di un fenomeno e dunque prevenirlo e creare le condizioni per contrastarlo con più efficacia, tanto sul piano operativo e della formazione, quanto sul piano culturale. Sapere con cosa abbiamo a che fare è un passo fondamentale per combattere questa piaga. L’Italia, fra i primi Paesi a tipizzare il reato di femminicidio – conclude la ministra -, è ancora una volta un esempio per il mondo”.

BONGIORNO (LEGA): “CONTRO CHI CONSIDERA DONNE ESSERI INFERIORI”

“È stato approvato all’unanimità il disegno di legge che introduce, tra l’altro, il femminicidio come nuovo reato. Un intervento di grande importanza perché viene finalmente riconosciuta la gravità della condotta di chi uccide una donna come atto di odio o discriminazione. È una presa di posizione nuova e forte contro chi considera le donne esseri inferiori. La Lega da anni è in prima linea nella battaglia contro la violenza sulle donne e ancora una volta ha dato un contributo essenziale a questo provvedimento. Naturalmente, auspico che ci sia una corretta e rigorosa applicazione delle nuove misure”. Così la senatrice della Lega Giulia Bongiorno, presidente della commissione Giustizia al Senato e relatore del ddl Femminicidio.

M5S: “ANCHE UOMINI SIANO PROTAGONISTI DI CAMBIO CULTURALE”

“Esiste una questione maschile. Dobbiamo essere protagonisti noi per primi di una trasformazione culturale degli uomini, che ribalti la mentalità maschile e trasformi i nostri figli in modelli positivi, in grado di cambiare tutta la società. Abbiamo una grande responsabilità noi maschi. Modificare i paradigmi culturali richiede tempo e impegno, per questo sono i nostri figli la speranza per il futuro. Come uomini delle istituzioni dobbiamo agire tutti, dobbiamo essere ciascuno parte della soluzione”. Così in aula il senatore M5S Marco Croatti durante la discussione generale sul ddl femminicidio.

“Viviamo in una società – dichiara la senatrice M5S Anna Bilotti – in cui è necessario ribadire, anche a livello legislativo, che le donne vengono uccise in quanto donne. Il nostro voto a favore è solo un punto di partenza. Riteniamo giusto che venga introdotto il femminicidio come reato autonomo, ma si poteva fare molto altro già in questo provvedimento. La radice del problema è in una società che colloca gli uomini in una posizione di superiorità innata in virtù della quale si sentono in diritto di considerare le donne come un oggetto e di esercitare su di esse il possesso, fino ad arrivare a privarle della vita. Continueremo a lottare per tutto quello che non si è avuto ancora il coraggio di fare”.

“L’introduzione di questo nuovo reato – aggiunge la senatrice M5S Alessandra Maiorino – era una svolta assolutamente necessaria a cui il M5S non poteva sottrarsi. Il nostro ruolo si è confermato essenziale nell’essere riusciti a trovare una equilibrata formulazione del testo attraverso un coordinamento che ha consentito un’inversione a U. Era importante scrivere quella parola nel nostro codice. C’è un tema su cui noi ci battiamo da sempre: le fragilità maschili. Tanti uomini fanno ancora oggi fatica a riconoscere nelle donne delle soggettività libere. È questo che è alla base non solo del femminicidio, ma anche di quella violenza che molte di noi subiscono nell’intero corso della propria vita senza arrivare a essere uccise. Per questo è importante sostenere percorsi per uomini maltrattanti. Con un nostro ordine del giorno abbiamo proposto di impegnare fondi in percorsi che sostengono e supportano gli uomini che si rendono conto di avere un problema col possesso e nel gestire la rabbia, sono fondamentali nella prevenzione. Non fermiamoci qua, ci sono tanti altri temi su cui lavorare lasciando da parte le ideologie, dal tema del consenso a quello dello stupro utilizzato come arma di guerra, fino ad arrivare al tema del cognome materno e a quello del congedo paritario. Se l’uguaglianza è un valore costituzionale, non possiamo vederci divisi. Lo dobbiamo ai nostri figli e alle nostre figlie”.
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