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A Portofino non si può chiedere l’elemosina. E arriva la diffida di Avvocato di strada


GENOVA – Dal 19 maggio scorso, per ordinanza del sindaco, a Portofino non si può chiedere l’elemosina, neanche in modo non molesto. E ora al sindaco del paesino ligure meta del turismo chic è arrivata una diffida di Avvocato di strada . Che non ha nessun dubbio: “Quell’ordinanza è illegale”. E se il primo cittadino Matteo Viacava non cambierà le cose nel giro di 15 giorni, verrà citato in giudizio.

Non è la prima volta che in Italia viene disposto un divieto del genere, spiega Antonio Mumolo, presidente dell’Associazione nazionale Avvocato di strada, dopo aver inviato una diffida al Comune di Portofino. Mumolo riepiloga: “Nel Comune più chic d’Italia è in vigore un’ordinanza che vieta qualsiasi tipo di richiesta di elemosina, anche quella non molesta. È un’ordinanza illegittima che deve essere ritirata o modificata. Abbiamo dato al sindaco 15 giorni per farlo: se non lo farà agiremo in sede legale”.

“I POVERI DANNO FASTIDIO E SONO BRUTTI DA VEDERE”

“È una storia che conosciamo fin troppo bene- sottolinea Mumolo-. Molti Comuni pensano di poter vietare per legge la povertà. I poveri danno fastidio e sono brutti da vedere, ma è difficile pensare a progetti di accoglienza e solidarietà per aiutarli a rifarsi una vita e magari trovare un lavoro e una casa. È molto più immediato firmare un’ordinanza che multa chi si ‘azzarda’ a mostrare il proprio stato di bisogno e magari chiede l’elemosina senza dare fastidio a nessuno. Peccato però che in Italia non si possa fare”. Invece, “noi crediamo che i Comuni debbano combattere la povertà, non i poveri. Vietare l’accattonaggio non molesto- dice ancora Mumolo- significa accanirsi contro le condizioni stesse di fragilità delle persone, e non contro un comportamento illecito”.

Inoltre, la giurisprudenza del Consiglio di Stato “è assolutamente univoca sul punto, e abbiamo riportato sonanti vittorie ogni volta che abbiamo intentato un ricorso contro Comuni che avevano adottato ordinanze identiche a quella di Portofino. In Italia non può essere reato stendere una mano per chiedere da mangiare. Confidiamo nella buona volontà del Comune di Portofino e siamo certi che vorrà accogliere la nostra diffida in tempi brevi. Se non sarà così- conclude Mumolo affiancato da Laura Pica, coordinatrice dello sportello di Avvocato di strada di Genova- ascolteremo il parere del Consiglio di Stato”.

COSA DICE IL CONSIGLIO DI STATO

L’ordinanza nel mirino è del 19 maggio scorso e dispone “il divieto dell’accattonaggio, ancorché non molesto o minaccioso”. E questo per Avvocato di strada suona come l’atto di un sindaco che “invece di occuparsi di fare la guerra ai poveri, sanzionando non un comportamento illecito, ma la condizione stessa di povertà o fragilità sociale. Come se la povertà fosse una colpa e non uno status o una condizione in cui chiunque potrebbe potenzialmente trovarsi”. Ma “in Italia non è possibile vietare l’accattonaggio non molesto ed il divieto” dell’ordinanza “è palesemente illegittimo”. Nel dirlo, Avvocato di strada segnala due provvedimenti ad altrettanti ricorsi straordinari al Capo dello Stato che ha presentato nei confronti di altri sindaci che avevano disposto lo stesso divieto. E segnala che il Consiglio di stato, “con diverse pronunce, ha stabilito l’illegittimità del divieto dell’accattonaggio non molesto poiché in Italia è lecito chiedere aiuto ad altre persone in maniera non invasiva e non molesta”.

Dunque, “considerata la palese illegittimità del provvedimento” si chiede al sindaco del Comune di Portofino di “provvedere immediatamente ad emendare, modificare o ritirare la ordinanza nella parte in cui vieta l’accattonaggio non molesto”, altrimenti, appunto, Avvocato di strada porterà il Comune ‘chic’ al Consiglio di stato e ciò lo esporrà “ad affrontare l’onere di spese legali assolutamente evitabili: in tal caso, pertanto, si procederà ad inviare immediata segnalazione alla Corte dei Conti al fine di valutare la condotta tenuta dal Sindaco anche in relazione al danno erariale prodotto”.
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