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VIDEO | La mamma di Giulia Capraro aspetta un’udienza da 26 mesi: “Sono senza risposte, voglio una sentenza”


ROMA – “Mai avrei pensato che il mio antagonista fosse la magistratura. Come è possibile?”. È racchiusa in questa frase di Antonella Zevini, mamma di Giulia Capraro, la giovane morta da passeggera a bordo di un’auto il 13 giugno 2023, a Marino, un tipo di violenza istituzionale. Quella per cui le vittime che chiedono proprio alle Istituzioni giustizia si ritrovano senza risposte, “senza restituzione della verità”. Qualcosa che Antonella dice non serve solo a lei come mamma di Giulia, ma agli amici della giovane studentessa, alla società tutta, e anche al conducente dell’auto su cui “Giulia viaggiava da passeggera innocente con la cintura allacciata” affinchè abbia la responsabilità dell’accaduto. “Non cerco giustizialismi- sottolinea la mamma di Giulia- ma una data di udienza, la verità e una sentenza”.

IL TRIBUNALE DI VELLETRI NON HA ANCORA FISSATO L’UDIENZA

Domenica scorsa a Castel Gandolfo Antonella ha chiesto al Papa di essere ascoltata e ricevuta. Ha consegnato una lettera per il Pontefice nelle mani del cardinal Bagnasco. “Sono orfana di figlia” si sentiva risuonare nella piazza in cui indossava la t-shirt che immortala il viso della bellissima Giulia. Fino dal Papa perchè dal Tribunale di Velletri arriva solo silenzio, è la denuncia di questa madre.Antonella Zevini, che in memoria di sua figlia ha fondato l’associazione ‘Oltre la luna’, nell’intervista alla Dire mette in fila tutte le domande che ha e per le quali aspetta da mesi e mesi almeno la data di un’udienza. “Alle nostre istanze e solleciti gli uffici della Procura della Repubblica non rispondono, nè al mio avvocato nè alla Garante dell’Infanzia e Adolescenza del Lazio Monica Sansoni. Le indagini sono state chiuse a luglio 2024- spiega la mamma di Giulia- ma formalmente non mi viene concessa la documentazione e non ho avuto accesso agli atti e non viene fissata una data di udienza”.

“LE GOMME ERANO TOTALMENTE LISCE”

“Per i fatti c’è un unico indagato che è il conducente della Renault Clio su cui viaggiava mia figlia- continua Antonella- al quale non è stato ritirato il cellulare: abbiamo fatto delle istanze per il tracciamento delle celle che non sono state accettate. Di una sentenza ha bisogno anche il conducente dell’altra auto”. Ma non è tutto: “L’auto su cui viaggiava Giulia nonostante avesse passato da poco la revisione aveva le 4 ruote di marche completamente diverse (come dice il nostro perito) e il perito della magistratura scrive che erano completamente lisce di dieci anni prima”. E poi: “Le immagini delle telecamere che hanno registrato lo scontro sembra non siano state acquisite”, tanti tanti dubbi anche sull’alcol test che “nell’immediatezza sembrerebbe esser stato fatto solo al conducente dell’altra auto. Come è possibile che il mio antagonista sia diventata la magistratura?”. La catena delle responsabilità e degli elementi da approfondire è lunga.

L’appello che da mesi e che da allora Antonella sta affidando alla stampa è diventata ormai una denuncia: “Mi lasciano in un silenzio assordante e il mio ruolo di madre mi impone di restituire verità e di poter dare l’esempio di un cambio culturale. Ho sempre creduto nella legge e non mi voglio sostituire, ma chi non mi dà risposte è oggi il mio antagonista. Un paradosso che crea in me e in altri genitori come me un sommerso di frustrazione. Non avere risposte e non credere più di poter essere difesi crea malessere e può essere pericoloso a livello sociale, io sono con i giovani e mi sto impegnando con loro”.”La verità serve anche a chi è responsabile della morte di mia figlia per una presa di coscienza”, incalza ancora mamma Antonella. Nella lettera al Papa “chiedevo un aiuto per la verità, perchè il Tribunale di Velletri dopo 26 mesi non fissa un’udienza e volevo parlargli dei genitori come me che in questo Paese sono trasparenti”.
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